28 agosto 2025
Aggiornato 05:30
Conti pubblici

Saccomanni: «Da prima fase privatizzazioni benefici per 8-9 miliardi»

Lo ha detto il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, nel corso di un'audizione in Senato. Nel primo pacchetto di privatizzazioni rientrano Poste, Enav, Eni e Stm: «Tra il 1992 e il 2005 privatizzate 30 aziende per 100 miliardi»

ROMA - Dalla prima fase di privatizzazione «che si intende concludere entro l'anno, ritengo possa essere considerata attendibile una stima complessiva di benefici finanziari per lo Stato dell'ordine di 8-9 miliardi di euro». Lo ha detto il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, nel corso di un'audizione in Senato. Nel primo pacchetto di privatizzazioni rientrano Poste, Enav, Eni e Stm.

STIME PROVVISORIE - Per quanto riguarda i possibili introiti diretti per lo Stato, ha tuttavia aggiunto Saccomanni, «le stime devono essere considerate preliminari e provvisorie, non essendo disponibili valori di riferimento di mercato per la realtà a oggi non quotate (Poste ed Enav)».

TRA IL 1992 E IL 2005 PRIVATIZZATE 30 AZIENDE - Dai primi anni '90 l'Italia «ha realizzato un programma di privatizzazioni di dimensioni uniche nel panorama europeo». Tra il 1992 e il 2005 «questo processo ha interessato circa 30 aziende pubbliche, determinando introiti complessivi per lo Stato per circa 100 miliardi di euro». Lo ha riferito il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, nel corso di un'audizione al Senato, aggiungendo che «la risultante riduzione del debito ha determinato una minore spesa per interessi nell'ordine di 30 miliardi in termini cumulati. Va ricordato che l'incidenza del debito sul prodotto è diminuita dal 121,2% del 1994 al 105,7% del 2005».

RIDURREMO IL DEBITO - Gli introiti derivanti dalle privatizzazioni di partecipazioni dirette dello Stato «saranno esclusivamente destinati al Fondo ammortamento dei titoli di Stato e utilizzati, attraverso il riacquisto o il rimborso a scadenza dei titoli, per la riduzione del debito pubblico». Lo ha affermato il titolare dell'Economia aggiungendo invece che gli introiti delle privatizzazioni di secondo livello, cioè quelle di partecipazione detenute dallo Stato indirettamente, «andranno a beneficio delle società azioniste dirette, che li utilizzeranno per la riduzione del proprio indebitamento e per il supporto di iniziative di investimento del gruppo».
Nel caso in cui dovessero generarsi delle plusvalenze, ha aggiunto il ministro, «le maggiori risorse a disposizione potranno essere retrocesse al ministero dell' Economia in quanto azionista, con conseguenti benefici per i conti pubblici».