Bruxelles interviene sull'IVA e ricorda la lotta all'evasione
La Commissione europea: «L'Italia nel 2011 ha 'perso' oltre 36 miliardi di euro, rispetto a quanto pensava di incamerare dall'imposta. E' un problema generalizzato degli Stati membri, bisogna riformare l'intero sistema e far pagare le tasse»
BRUXELLES - La Commissione europea ha calcolato: L'Italia nel 2011 ha «perso» oltre 36 miliardi di euro, rispetto a quanto aveva pensato di incamerare dall'Iva. Per questa ragione è stato di gran lunga il paese di tutta l'Unione europea ad accusare il maggior divario in termini assoluti tra entrate attese sull'imposta e quelle effettivamente incassate.
PROBLEMA GENERALIZZATO - Comunque hanno rassicurato da Bruxelles, è un problema generalizzato in tutta l'Ue, che mette in rilievo sia la necessità di combattere l'evasione fiscale, sia quella di riformare l'intero sistema dell'Iva. Problema che, hanno sottolineato dalla Commissione, nella Penisola ha raggiunto proporzioni più elevate della media.
Secondo i calcoli della Commissione, basati su dati Eurostat, nel 2011 in Italia erano attesi 134,7 miliardi di euro dall'Iva, mentre ne sono stati incassati solo 98,5. Sulla mole assoluta di questo divario l'Italia si è piazzata in testa davanti alla Francia, con un gap da 32 miliardi e che pure ha un Pil più grande.
SA seguire la Germania, dove il gap è di 26,9 miliardi, la Gran Bretagna con 19 miliardi, la Spagna con 15 miliardi e, quinta, la Grecia con 9,7 miliardi.
Mettendo questi divari in raffronto con la mole delle rispettive economie, il differenziale sull'Iva dell'Italia, pari al 2,3 per cento del Pil 2011 e al 2,1 per cento sul periodo 2000-2011, è risultato decisamente superiore alla media europea dell'1,5 per cento. In questo caso però il Belpaese ha registrato il settimo valore più elevato, e il secondo maggiore nell'area euro dopo la Grecia (4,7%). La maglia nera invece è toccata alla Romania, con un gap sull'Iva del 7,9 per cento del Pil, seguita a pari demerito da Grecia e Lettonia (4,7%).
SI PERDE TROPPA IVA - «L'ammontare dell'Iva persa è inaccettabile», ha avvertito l'euro-commissario alla fiscalità Algirdas Semeta: «Specialmente visto l'impatto che queste mancate entrate avrebbero a favore del risanamento dei conti».
LOTTA A EVASIONE - Come già ribadito ieri «spetta agli Stati nazionali decidere i livelli dell'Iva», ha ricordato la Commissione europea, tuttavia su questo capitolo il miglioramento delle entrate, oltre che per eventuali incrementi dell'aliquota, dipende «da una combinazione di fattori», ha rilevato la portavoce del commissario alla fiscalità Algirdas Semeta, Emer Traynor: «Fattori tra cui c'è ovviamente anche la lotta all'evasione».
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