8 novembre 2024
Aggiornato 00:30
Taranto | Inchiesta Ilva

Ilva, la Procura di Taranto dice no alla nuova richiesta di dissequestro dell'acciaio

Il parere negativo sarebbe motivato dal fatto che non vi sono elementi nuovi che permettano di cambiare la decisione. L'azienda: Possibile cassa integrazione per 6-8000 dipendenti. Clini: «Capire conseguenze blocco prodotti per stimare Cig». Vendola: «Vicini al momento della verità»

TARANTO - I pool di magistrati della procura della Repubblica di Taranto che si occupa dell'inchiesta per disastro ambientale a carico dei vertici dell'Ilva di Taranto ha espresso parere negativo sulla nuova istanza di dissequestro presentata ieri dal presidente dell'Ilva Bruno Ferrante. Il parere negativo sarebbe motivato dal fatto che non vi sono elementi nuovi che permettano di cambiare la decisione. Inoltre ogni decisione sul sequestro dell'acciaio, circa 1,7 milioni di tonnellate di prodotto dal valore di circa un miliardo di euro, è stata sospesa dai magistrati (sia dal gip che dai magistrati del tribunale dell'appello cautelare) in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale sui profili di incostituzionalità sollevati dalla procura ionica sulla legge 231 detta «salva-Ilva».
Ieri il presidente Ferrante aveva nuovamente chiesto alla procura ionica lo sblocco delle merci sequestrate perché considerate provento di reato, in quanto prodotte nei mesi in cui gli impianti erano sotto sequestro senza facoltà d'uso, impegnando l'azienda ad investire il ricavato della vendita dell'acciaio prodotto per l'adeguamento degli impianti all'Aia, il pagamento degli stipendi per gli operai e «quant'altro necessario per la sopravvivenza dello stabilimento» sottoponendo tali investimenti al controllo del Garante per l'attuazione dell'Aia Vitaliano Esposito. Dopo il nuovo parere negativo, l'istanza di dissequestro dell'acciaio dell'Ilva, che l'azienda ritiene fondamentale per la prosecuzione dell'attività industriale, passa nelle mani del gip Patrizia Todisco.

Possibile cassa integrazione per 6-8000 dipendenti - Secondo fonti sindacali, nel corso dell'incontro di oggi, il presidente dell'Ilva Bruno Ferrante, ha annunciato che se la situazione del siderurgico non si sbloccherà nei prossimi giorni, l'azienda potrebbe mettere in cassa integrazione straordinaria un numero di operai compreso fra seimila ed ottomila.
Lo stesso ministro Clini, nel corso della conferenza stampa tenuta dopo l'incontro di presentazione del commissario per le bonifiche Alfio Pini, aveva accennato al fatto che gli Enti locali spingevano per verificare concretamente quali fossero i problemi dell'Ilva e la capacità di uscire dalla attuale crisi alla luce del blocco delle merci.

Clini: Capire conseguenze blocco prodotti per stimare Cig - «C'è stato uno scambio di idee col Comune sull'urgenza di attivare iniziative per chiarire i termini effettivi delle possibilità dell'azienda di mantenere gli impegni che ha assunto con l'Aia, anche alla luce delle dichiarate difficoltà in cui l'Ilva versa. Bisogna capire quanto il blocco dei prodotti stoccati in azienda rappresenti un vincolo fisico alla continuità produttiva in modo da capire il problema e stimare la domanda di cassa integrazione». Lo ha detto il ministro dell'Ambiente Corrado Clini al termine dell'incontro con le istituzioni locali sulle bonifiche dell'area di Taranto, dopo che si era diffusa la notizia di un nuovo no della procura al dissequestro di 1,7 milioni di tonnellate di acciaio.
Quanto alle azioni della magistratura, ha proseguito Clini, «posso dire che nonostante diverse valutazioni sulla legge, abbiamo convenuto di fare massimo sforzo per lavorare insieme. Mi auspico che la magistratura sia parte della soluzione del problema».

Vendola: Vicini al momento della verità - - A Taranto si è concluso l'incontro in Prefettura per l'insediamento del Commissario per le bonifiche nel territorio di Taranto Alfio Pini, cui hanno partecipato il ministro Corrado Clini ed il sottosegretario allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti ed il Garante per l'Aia Vitaliano Esposito.
«Ci troviamo in un momento di equilibrio perfetto fra angoscia e fiducia. Siamo vicini al momento della verità e nessuno si sente rassegnato all'idea che ai problemi di inquinamento ambientale e salute pubblica si debba aggiungere una deriva della vita dell'Ilva che sarebbe una crisi sociale senza precedenti per questo territorio», ha detto il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola.
«Ognuno sta dando il suo contributo. Partiamo evitando conflitti tra poteri dello Stato, è una strada tutta in salita ma faremo tutti i tentativi per sciogliere questo nodo in una vicenda che non ha precedenti», ha concluso Vendola.