Draghi: Gli Stati nazionali cedano altra sovranità all'Europa
Il Presidente della BCE: «E' fondamentale muoversi in direzione di una maggiore integrazione economica fra i paesi che condividono l'euro come propria moneta. Nessuna unione può essere fondata sul presupposto che, nel perseguire le proprie priorità di politica economica nazionale, un paese possa provocare 'esternalità' e danni economici agli altri paesi membri»
VENEZIA - «E' fondamentale muoversi in direzione di una maggiore integrazione economica fra i paesi che condividono l'euro come propria moneta. Nessuna unione può essere fondata sul presupposto che, nel perseguire le proprie priorità di politica economica nazionale, un paese possa provocare 'esternalità' e danni economici agli altri paesi membri». Lo ha detto il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi in un videomessaggio in occasione della consegna della seconda edizione del Premio «Luca Pacioli» all'Università «Ca' Foscari» di Venezia, 13 ottobre 2012 nella quale lo stesso banchiere centrale, alla fine degli anni '70, aveva fatto le sue prime esperienze professionali come docente.
Secondo Draghi «nell'unione monetaria europea, progressi sono necessari lungo tre assi: le politiche di bilancio, le riforme strutturali e la regolamentazione dei mercati finanziari. Per quanto riguarda le politiche di bilancio e quelle volte a rafforzare la flessibilità e la produttività delle economie più deboli, è fondamentale una sorveglianza vera multilaterale. La solidarietà che è necessaria fra economie e paesi che condividono lo stesso metro monetario non può essere disgiunta da un radicato senso di corresponsabilità. Le decisioni di politica economica sono divenute in larga misura decisioni collettive».
«Per quanto riguarda i mercati finanziari - sottolinea ancora Draghi secondo il testo diffuso dalla Bce - è essenziale creare autorità centralizzate per limitare l'assunzione di rischi eccessivi da parte delle banche e intensificare l'efficacia di regole comuni. È inoltre necessario un quadro normativo per la gestione e la risoluzione di crisi bancarie che salvaguardi la finanza pubblica, come avviene in altri paesi».
«In questo senso - e veniamo al terzo ambito d'intervento citato dal presidente dell'Eurotower - la recente proposta formulata della Commissione Europea per un Regolamento del Consiglio Europeo che stabilisca un meccanismo unico di vigilanza bancaria per l'area dell'euro - nel quale, fra l'altro, la Bce avrà un ruolo rilevante - è un passo coraggioso e necessario verso la creazione di un mercato finanziario unico che assicuri stabilità finanziaria nell'area dell'euro e nell'Unione Europea».
Nel suo messaggio inviato all'università di Venezia, Draghi ha voluto rilevare che «se un risultato la crisi iniziata nel 2007 ha avuto, è stato l'aver messo in evidenza una drammatica mancanza di regole condivise a livello globale, in particolare per quanto riguarda la stabilità finanziaria. In tal senso, un risultato concreto è stata la presa d'atto collettiva che i mercati finanziari hanno bisogno di regole. E che mercati sempre più globalizzati impongono di superare logiche di tipo nazionale a vantaggio di nuove regole quanto più possibile condivise».
In tale contesto «significativi passi in avanti sono stati compiuti negli ultimi anni per rafforzare il sistema finanziario, sia a livello europeo che a livello globale, nell'interesse e a protezione dei risparmiatori e degli investitori. Sia il G20 sia il Comitato di stabilità finanziaria hanno accresciuto la loro importanza e si sono dimostrati - insieme al Fondo monetario internazionale - un utile meccanismo di creazione di consenso per lanciare un'agenda di riforme necessarie».
Draghi ha anche citato «il lavoro svolto dal Comitato di stabilità finanziaria - l'organismo che ho avuto l'onore di presiedere fra il 2006 e il 2011 - per la regolamentazione dei mercati finanziari. In concreto, sono state avanzate proposte su come rinforzare il capitale delle banche senza metterne a rischio la loro funzione fondamentale per l'economia reale; su come ridurre il rischio di azzardo morale delle istituzioni finanziarie sistemicamente importanti (cosiddette 'too big to fail'); su come aumentare la trasparenza dei mercati finanziari (in particolare dei derivati). Non sono stati trascurati nemmeno aspetti relativi agli standard di contabilità, con un poderoso impulso a aumentare la comparabilità di metodi e concetti a livello internazionale».
«Anche per quanto riguarda l'Europa - ha sottolineato poi il presidente della Bce - significativi progressi sono stati fatti ma molto resta ancora da fare, in particolare per quanto riguarda la definizione di una nuova architettura istituzionale per la zona dell'euro volta a creare le condizioni per una prosperità duratura per tutti i paesi dell'area».
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