Nucleare: Monti, dopo Fukushima servono standard più stringenti
Il Premier: Più poteri ad Aiea per verifiche internazionali obbligatorie. Monti ha poi confermato la «piena adesione» al Communique, e riaffermato «il forte interesse» dell'Italia per la sicurezza nucleare
SEOUL - L'incidente di Fukushima dimostra che le conseguenze di un simile evento «non conoscono confini», e dunque non dovrebbe conoscere confini neanche l'adozione di standard di sicurezza «più stringenti» per gli impianti nucleari civili. Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio Mario Monti, intervenendo alla cena di lavoro del vertice di Seoul sulla sicurezza nucleare.
L'Italia, ha sottolineato Monti nel suo intervento il sui testo è pubblicato sul sito del Governo, «è fra i paesi che auspicano il rafforzamento del regime internazionale di sicurezza nucleare e sostiene l'introduzione di verifiche internazionali obbligatorie». Una posizione sostenuta con ancora maggiore convinzione dopo «il grave incidente di Fukushima, 25 anni dopo Chernobyl», che «ha risvegliato bruscamente l'attenzione internazionale» sulla sicurezza (safety) delle centrali nucleari. «Ancora una volta constatiamo che le conseguenze globali di un incidente nucleare non conoscono confini». E dunque «occorrerà continuare a lavorare perche la sovranità nazionale non costituisca un ostacolo all'adozione di regole comuni e standard internazionali più stringenti, allo scambio di informazioni, alla trasparenza, all'adozione di meccanismi di revisione internazionali obbligatori, ed affinché sia riconosciuto il ruolo centrale dell'AIEA».
Monti ha poi confermato la «piena adesione» al Communique, e riaffermato «il forte interesse» dell'Italia per la sicurezza nucleare. «La consultazione popolare del giugno 2011, che ha portato all'arresto dei programmi per la produzione elettrica da fonte nucleare - ha osservato il premier - non ha diminuito il nostro impegno per il conseguimento dei più alti livelli di sicurezza nucleare nel paese, in Europa e nel contesto mondiale. Continuiamo a questo fine a destinare risorse ingenti alla sicurezza nei nostri programmi nazionali per il decommissioning delle centrali nucleari dismesse e la gestione dei rifiuti radioattivi, e siamo fra i paesi che più contribuiscono ai programmi internazionali in questo settore».
Quanto all'attuazione degli impegni di Washington, «vorrei evidenziare in particolare per il mio paese: l'istituzione, insieme all'AIEA e all«International Centre for Theoretical Phisics' di Trieste, della Scuola internazionale per la sicurezza nucleare. I primi corsi si sono tenuti nell'aprile 2011 con 45 partecipanti provenienti da 43 paesi. I prossimi avranno luogo in maggio 2012. Dato il successo ottenuto, contiamo di rendere permanente questa iniziativa. L'Italia ha sempre sostenuto l'importanza dell'istruzione e della formazione, quale strumento indispensabile per contrastare il terrorismo nucleare, creare un'infrastruttura nucleare sicura e promuovere una cultura della sicurezza. Puntare sul fattore umano, anche in un periodo di risorse economiche e finanziarie decrescenti, è un investimento ad alto valore aggiunto».
Inoltre, Monti ha ricordato i seguiti dell'Accordo con gli Stati Uniti nell'ambito dell'iniziativa Megaports contro il traffico illecito dei materiali nucleari: «Si sta procedendo all'installazione, nei porti italiani selezionati, di portali per la scansione dei container ed il rilevamento di materiale radioattivo». E infine ha concluso con un passaggio sulle intese in via di conclusione con gli Stati Uniti, nell'ambito della Global Threat Reduction Initiative, per la rimozione dall'Italia dell'uranio altamente arricchito e del plutonio non più utilizzati: «Stiamo lavorando in stretto contatto con gli Stati Uniti in vista del prossimo Vertice».
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