Grecia: la banca centrale prevede Pil 2012 a -4,5%, poi la ripresa
I dati sfornati oggi dalla Banca di Grecia sono perfino leggermente peggiori di quelli diffusi il mese scorso dalla Commissione europea: Crollano i depositi, salgono le sofferenze. Papademos: Torneremo a crescere nel 2013, e ora si voti. Marittimi in sciopero 48 ore, interrotti collegamenti con il Pireo
ATENE - L'economia della Grecia subirà un'altra pesante recessione quest'anno, un meno 4,5 per cento in termini di Pil prima di orientarsi ad un possibile recupero nel 2013. I dati sfornati oggi dalla Banca di Grecia sono perfino leggermente peggiori di quelli diffusi il mese scorso dalla Commissione europea, che aveva pronosticato un meno 4,4 per cento sul Pil 2012, mentre precedentemente il Fondo monetario internazionale aveva previsto un meno 4,8 per cento. La flessione segue ad un anno già nuovamente molto duro per l'economia ellenica: il 2011 si è chiuso con un meno 6,9 per cento del Pil secondo l'istituzione monetaria.
La disoccupazione ha raggiunto il 17,7 per cento lo scorso anno e nel suo rapporto annuale la Banca di Grecia prevede che si attesti al 19 per centro sulla media 2012. (I dati dell'agenzia di statistica ellenica hanno mostrato che ha già superato il 20 per cento). Intanto i depositi bancari si sono assottigliati di 35 miliardi di euro, è aumentata la quota di prestiti bancari inesigibili, le sofferenze hanno raggiunto il 14,7 per cento, e nonostante tutte le misure adottate il deficit-Pil della Grecia, al 10,6 per cento ha superato il 9 per cento previsto.
A questo punto, dopo il meno 4,5 per cento del Pil 2012 «è previsto che durante il 2013 possa iniziare una ripresa», ha ancora detto la banca centrale ellenica, sottolineando che questo porterebbe a meno licenziamenti, mentre l'inflazione dovrebbe mantenersi moderata. La Grecia ha appena ricevuto il via libera dell'eurogruppo a un nuovi piano di aiuti da 130 miliardi di euro, in cambio di nuovi impegni su risanamento dei conti e riforme.
Papademos: Torneremo a crescere nel 2013, e ora si voti - La Grecia tornerà a crescere in meno di due anni: «entro la seconda metà» del 2013. Se ne dice fiducioso il premier ellenico Lucas Papademos, il tecnico a capo del governo di salvezza nazionale subentrato lo scorso novembre, che in una lunga intervista al Financial Times lancia messaggi rassicuranti sulle prospettive del paese. Ha già superato «metà strada» sul cammino che la porterà fuori dalla crisi del debito e economica, posto «che vengano pienamente attuate» tutte le misure di risanamento dei conti e le riforme previste, precisa il premier.
Ma è proprio su questo punto che forse Papademos si sbilancia nella rassicurazione più cruciale: la Grecia procederà in ogni caso sul percorso di aggiustamento concordato in cambio degli aiuti internazionali, perché la stragrande maggioranza della popolazione, secondo il premier, vuole che il paese resti nell'euro ed è pronta a sostenere quel che serve per rimanerci. Si andrà avanti anche dopo le imminenti elezioni e qui Papademos ha respinto energicamente qualunque ipotesi di rinvio: adesso i greci hanno il diritto di dire la loro.
Il premier greco è fiducioso che non si renda mai più necessario effettuare ristrutturazioni sui titoli di Stato greci, e rivendica i notevoli risultati già ottenuti sul versante di risanamento e riforme: una correzione del deficit-Pil mai vista prima non solo nell'Unione europea, dice, ma in tutta l'Ocse. Non esclude però che il paese possa richiedere qualche altro sostegno esterno se per il 2015 l'accesso ai rifinanziamenti di mercato resterà precluso.
Marittimi in sciopero 48 ore, interrotti collegamenti con il Pireo - Tutti i collegamenti tra il porto del Pireo, il principale della Grecia, e le isole del Paese sono stati interrotti per uno sciopero di 48 ore indetto del sindacato dei marittimi (Pno) contro le misure di rigore che riguardano il loro settore. Lo ha annunciato la polizia portuale.
«Nessuna nave parte dal Pireo né dai porti vicini di Lavrion e Rafina, vicini ad Atene», ha indicato un responsabile dell'ufficio stampa della polizia portuale. Dopo aver proclamato decine di scioperi dal 2010, all'inizio della crisi finanziaria contraddistinta dall'adozione delle prime misure di rigore dettate dai creditori del Paese (Ue e Fmi), il Pno ha sottolineato in un comunicato di opporsi «alla cancellazione dei loro diritti acquisiti dal governo di coalizione (destra e socialisti)» designato a novembre durante una crisi politica.
L'attuale primo ministro Lucas Papademos ha appena negoziato per ottenere un secondo aiuto europeo da 130 miliardi di euro, in cambio dell'imposizione di nuove misure di rigore e di riforme strutturali. Il sindacato ha chiesto la firma «imminente delle convenzioni collettive» del settore, e la prosecuzione del finanziamento della cassa dei marinai sul bilancio pubblico.
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