20 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Politica monetaria | Direttorio BCE

BCE: Draghi, incombono scelte difficili sui bond

Bisogna decidere sugli acquisti, in ballo c'è la stabilità dell'area Euro. Knot: Bisogna continuare con l'acquisto dei bond, non c'è altra scelta. Resta poi irrisolta la questione sulla permanenza di Lorenzo Bini Smaghi nel Comitato esecutivo

FRANCOFORTE - Non sarà il presidente Mario Draghi a partecipare per contro della Banca centrale europea oggi a Cannes, in Francia, alla riunione di emergenza sulla Grecia. Incontri che coinvolgeranno Germania, Francia, vari rappresentanti delle autorità dell'Unione europea e Fondo monetario internazionale, in vista del vertice del G20. Draghi è però impegnato con il Consiglio direttivo dell'istituzione monetaria, spiegano dalla stessa Bce, e solo domani, al termine della tradizionale conferenza stampa esplicativa che segue gli incontri del direttorio (e che inizia alle 14 3 30) si recherà a sua volta a Cannes.
Alle consultazioni di oggi a Cannes sulla Grecia - che ieri ha scatenato il panico sui mercati dopo l'annuncio dell'intenzione di effettuare un referendum popolare sulle misure di austerità supplementari appena negoziate con Ue e Fmi in cambio di nuovi aiuti - ci sarà comunque un rappresentante della Bce, aggiunge un portavoce dell'istituzione, senza specificare di chi si tratti. Precedentemente alcune indiscrezioni di stampa avevano riferito che Draghi avrebbe presenziato a queste riunioni, altre ricostruzioni riportavano invece quanto viene confermato da una portavoce della BCE.

Knot: Bisogna continuare con l'acquisto dei bond, non c'è altra scelta - Perché Draghi dovrà far ricorso a tutte le sue doti di mediatore per favorire il raggiungimento di posizioni condivise in seno al direttorio, in un quadro emergenziale in cui bisogna prendere decisioni non facili. Il tema più pressante è appunto sul proseguimento con gli acquisti di titoli di Stato, in attesa che si concretizzi il rafforzamento del fondo salva Stati concordato tra leader europei.
Ma si tratta di operazioni che hanno suscitato non poche polemiche interne alla Bce, specialmente tra gli esponenti della Germania e in generale tra coloro che temono che questi interventi esulino dal compito istituzionale della Bce - garantire la stabilità dei prezzi - e che possano incrinare la sua autonomia dai governi. Oggi sulla questione è intervenuto l'olandese Klaas Knot: bisognerà continuare, ha detto, sebbene la sua sia stata una delle voci più critiche a queste operazioni. «Non c'è altra scelta» perché secondo Knot lo European Financial Stability Facility non è ancora in grado di sostituirsi alla Bce. «Ma prima lo sarà meglio è», ha eloquentemente aggiunto.
Solo che secondo altri osservatori nemmeno continuare con queste operazioni così come si è fatto finora basterebbe. Se si vuole effettivamente riportare i rendimenti dei titoli di Stato dei paesi ora nel mirino, in particolare Italia e Spagna, a valori sostenibili, la Bce dovrebbe farsi più aggressiva. Ma la questione è appunto spinosa, secondo ricostruzioni di stampa mai confermate, proprio questi acquisti sarebbero stati alla base delle dimissioni prima dalla guida della Bundesbank di Axel Weber, l'ex candidato rivale di Draghi alla presidenza della Bce, poi del componente tedesco del Comitato esecutivo, Juergen Stark.
I mercati incalzano i banchieri centrali. Secondo voci di mercato proprio in questi giorni l'istituzione sarebbe nuovamente intervenuta a sostegno dei titoli di Stato di Spagna e sopratutto dell'Italia, mentre i loro rendimenti si avvicinano pericolosamente a soglie di guardia e il differenziale (spread) rispetto ai Bund della Germania raggiungeva nuovi massimi dal lancio dell'euro. Ieri tra Btp decennali e Bund lo spread ha superato i 455 punti (o 4,55 punti percentuali), oggi, nonostante il recupero delle Borse, è rimasto tra 440 e 430 punti. E quelle sul Securities Markets Programm (Smp, questo il nome dello strumento della Bce) non sono le sole decisioni difficile da prendere.

Bisogna decidere anche sui tassi di interesse, anzi la riunione di inizio mese è proprio quella normalmente riservata a questo che è lo strumento per antonomasia della politica monetaria, con cui una banca centrale può cercare di contrastare le spinte inflazionistiche. La Bce ha bloccato il costo del danaro dell'area euro all'1,5 per cento da questa estate, interrompendo una manovra di rialzi mentre il quadro economico è repentinamente peggiorato a causa del riacuirsi della crisi sui debiti pubblici.
Se diversi osservatori già da settimane suggeriscono l'opportunità di una marcia indietro, ossia un taglio dei tassi, con l'inflazione dell'area euro che resta al 3 per cento, ben oltre la soglia obiettivo della Bce, la maggior parte degli analisti non si attende ritocchi. Ma il deterioramento della crisi potrebbe modificare gli orientamenti anche su questo versante, e non si possono escludere sorprese. Le continue tensioni sui debiti di diversi paesi dell'area euro, tra cui l'Italia, stanno intaccando pesantemente i livelli di fiducia di imprese e famiglie, e minacciano di contribuire ad un pesante rallentamento della ripresa, se non a una ricaduta in recessione.

Resta poi irrisolta la questione sulla permanenza di Lorenzo Bini Smaghi nel Comitato esecutivo. Un direttorio ristretto in cui normalmente tutte le maggiori economie dell'area euro hanno un rappresentante. Ma con l'uscita di Trichet la Francia si ritrova senza poltrone, laddove l'Italia ne ha due e Parigi ha ripetutamente chiesto di liberarle un posto. Ad oggi la posizione ufficiale della Bce sul tutto è che Bini Smaghi deve decidere in piena autonomia sulla sua permanenza, e questi non ha dato cenni espliciti di lasciare.
Intanto il direttorio della Bce si svolgerà in una fase densa di appuntamenti molto rilevanti, e con un altro debutto, quello di Ignazio Visco, il nuovo governatore della Banca d'Italia. Oggi l'attenzione dei mercati è sull'istituzione gemella dalle Bce, la Federal Reserve. Al termine di una due giorni di riunioni il direttorio della Fed comunicherà le sue decisioni di politica monetaria e le sue valutazioni aggiornate sull'economia, cui seguirà una conferenza stampa del presidente Ben Bernanke. Domani toccherà appunto alla Bce ma appena finita la tradizionale conferenza stampa esplicativa (che inizia alle 14 e 30, anche questa una prima da presidente), Draghi dovrà prepararsi per volare a Cannes, dove in serata sono attesi i leader del G20 per un summit che è stato caricato di attese.

A Francoforte ritrova gli indignati: tendopoli sotto la BCE - Ma gli appuntamenti di rilievo della settimana non sono finiti qui, a ricordare ai policy maker con quali poste si stia giocando ci si metteranno i dati ufficiali sulla disoccupazione. Venerdì verranno pubblicati i dati sul mercato del lavoro Usa, dopo che oggi quelli sulla disoccupazione nell'area euro hanno segnalato un aumento a settembre, al 10,2 per cento è ai massimi dal lancio della valuta unica. Non a caso a Francoforte Draghi trova ogni giorno attorno alla Bce un piccolo villaggio improvvisato, una tendopoli di contestatori pacifici. Che si sono autobattezzati «Occupy Frankfurt», parafrasando il nome assunto negli Stati Uniti dall'equivalente del movimento degli indignados (Occupy Wall Street). Del resto Francoforte è il centro finanziario della Germania come New York lo è degli Usa.