19 agosto 2025
Aggiornato 00:30
Raffica di consultazioni internazionali dopo il declassamento USA

Rating della Francia stabile a tripla A

L'agenzia S&P non intende modificare il rating di tripla «A» per la Francia. Dopo il downgrade USA, feroci scambi di accuse. Scambi sospesi alla Borsa di Tel-Aviv dopo crollo a -6%

NEW YORK - L'agenzia Standard and Poor's non intende modificare il rating di tripla «A» per la Francia. «Il rating francese è stabile», ha dichiarato oggi a France Inter Jean-Michel Six, capo economista di S&P per l'Europa, sottolineando che «leadership politica e buona governance» sono fattori essenziali per le decisioni di revisione del rating.

Dopo il downgrade USA, feroci scambi di accuse  - Standard & Poor's ha tagliato per la prima volta in 70 anni il rating degli Stati Uniti, abbassandolo dal massimo possibile a «Aa+», un gradino più in basso. In attesa della prova del nove - l'apertura dei mercati lunedì - quello che resta è lo scambio di accuse e la girandola di commenti dai quattro angoli del mondo. L'agenzia di rating ha difeso il proprio operato, puntando l'indice contro l'incapacità dell'amministrazione e del Congresso americano di lavorare in modo costruttivo sulle questioni fiscali (la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il braccio di ferro sull'innalzamento del tetto del debito, con il default evitato per un soffio).
Casa Bianca e dipartimento al Tesoro hanno rispedito al mittente le accuse, la prima definendo il compromesso sul deficit «un passo necessario nella giusta direzione», mentre il secondo ha sollevato dubbi sulla «credibilità e l'integrità di S&P alla luce di una decisione non giustificabile in modo razionale e basata su un errore di calcolo da 2.000 miliardi di dollari» sull'andamento del debito americano nei prossimi dieci anni.
Anche se la scelta di S&P non dovrebbe rappresentare uno shock per i mercati - l'investitore miliardario Warren Buffett è per esempio del parere che l'impatto «sarà solo limitato» - il downgrade ha immediatamente scatenato timori a livello globale sul suo possibile impatto sulla già travagliata economia globale. Duro il monito della Cina, primo creditore degli Stati Uniti con investimenti in bond americani per 1.160 miliardi di dollari, se deve «l'America deve venire a patti con il doloroso fatto che i bei vecchi tempi, quando poteva semplicemente uscire dai guai indebitandosi ulteriormente, sono finalmente passati».

Raffica consultazioni internazionali: Dopo G20 attesi G7 - Raffica di consultazioni internazionali sulla crisi dei mercati, che rischiano un ulteriore colpo dopo il downgrade del debito Usa. Nella notte italiana c'è stata una conference call a livello di G20, ma tutti i riflettori sono puntati sull'imminente consultazione telefonica del G7, attesa ad ore, e comunque prima che riaprano le borse asiatiche. L'agenzia di stampa giapponese Jiji Press conferma che i ministri e governatori di Stati Uniti, Germania, Giappone, Francia, Canada, Italia e Regno Unito potrebbero diffondere una dichiarazione comune al termine delle consultazioni.
Non confermato l'appuntamento telefonico d'emergenza dei governatori delle banche centrali dell'area euro, incentrato sul timore che Spagna e Italia diventino le prossime vittime della crisi debitoria in atto e sulla necessità di limitare gli effetti sul mercato del declassamento del rating dell'agenzia Standard & Poor's. Secondo quanto anticipato da fonti monetarie all'agenzia Bloomberg ieri, i banchieri centrali avranno una conference call alle ore 18. L'appuntamento comunque non viene confermato nè smentito dalla Banca Centrale Europea.

Media giapponesi confermano: Oggi conference call G7 - I ministri delle Finanze e i governatori delle banche centrali del Paesi del G7 terranno oggi una conference call, prima dell'apertura dei mercati asiatici. Stando a quanto riportato oggi dall'agenzia di stampa giapponese Jiji Press, i ministri e governatori di Stati Uniti, Germania, Giappone, Francia, Canada, Italia e Regno Unito potrebbero diffondere una dichiarazione comune al termine delle consultazioni.

Scambi sospesi alla Borsa di Tel-Aviv dopo crollo a -6% - Scambi sospesi alla Borsa di Tel Aviv dopo perdite di oltre il 6% registrate dall'indice Ta-100. Lo ha riferito oggi la radio israeliana. Il crollo della Borsa israeliana avviene dopo il taglio del rating Usa da parte dell'agenzia Standard&Poor's.