19 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Crisi economica

La Germania contro le agenzie rating: «Rompere l'oligopolio»

Il Ministro delle Finanze Schauble: «Il declassamento del Portogallo mi ha sorpreso come tutti»

ROMA - Anche il ministro delle Finanze della Germania ha lanciato critiche alle agenzie di rating. Bisogna «rompere il loro oligopolio» e «limitare la loro influenza» sulle decisioni di investimento, ha affermato Wolfgang Schauble. La proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il declassamento di rating annunciato ieri da Moody's sul Portogallo. Una sparata a freddo che sulle prime ha colto tutti di sorpresa, ma che con il passare delle ore, in un clima di tensione sottostante che da mesi circonda l'attegiamento delle agenzie di rating sui paesi dell'area euro, ha poi innescato un coro di critiche dalle autorità.

«Non riesco a capire cosa ci sia alla base di questa decisione», ha aggiunto Schaeuble sempre riguardo a Moody's sul Portogallo. «Mi ha colto di sorpresa come tutti quanti». Peraltro il colpo su Lisbona - che oggi ha innescato ribassi della Borsa portoghese e di tutte le piazze Ue, assieme a tensioni sui bond del paese - è giunto appena dopo che un'altra agenzia di rating, Standard & Poor's aveva lanciato stralci negativi sulla Grecia, affermando che lo schema di contributo degli investitori privati ai nuovi aiuti, su cui sta lavorando l'eurozona, verrà probabilmente equiparato a una insolvenza sui pagamenti.

Oggi l'operato delle agenzie di rating ha ricevuto dure critiche anche dal presidente della Commissione europea, il portoghese Jose Manuel Barroso, e dal ministro degli Esteri greco, che l'ha definito «follia». Ma sono mesi che diversi osservatori in Europa hanno messo nel mirino queste società, tutte esterne all'area euro - S&P e Moody's sono americane, Fitch è anglo statunitense - ritenendo che sull'area euro abbiano assunto un atteggiamento pregiudizialmente negativo che favorisce gli speculatori. Peraltro anche le critiche più felpate, ad esempio quelle giunte dalla Bce, sostenevano che l'operato delle agenzie tende a risultare «prociclico», ossia accentua le fasi preesistenti di tensione dei mercati.