2 maggio 2024
Aggiornato 21:00
Focus: cibi senza glutine

Cibi gluten-free: è la nuova moda, pericolosa per la salute

La moda dei prodotti gluten free impazza, ma possono arrecare danni alla salute e indurre un aumento di peso. Troppa suggestione nei benefici derivanti dall’eliminazione del glutine dalla propria dieta

La pericolosa moda dei cibi gluten free
La pericolosa moda dei cibi gluten free Foto: Shutterstock

Si trovano ormai ovunque: sugli scaffali dei supermercati, nei ristoranti, pasticcerie e persino gelaterie. Sono i prodotti senza glutine (o gluten-free), ideati teoricamente per i pazienti celiaci ma utilizzati da un numero sempre maggiore di persone. Il motivo? In molti ritengono che eliminare il glutine dalla propria dieta possa essere un grande vantaggio per la salute. Ma lo è davvero? A quanto pare no, anzi: potrebbe persino arrecare diversi danni.

I prodotti senza glutine fanno dimagrire?
È una vecchia diceria, potremmo dire una bufala, che gira sul web da qualche anno. Ma i prodotti senza glutine non fanno dimagrire. Tutto l’opposto: secondo alcuni scienziati potrebbero difatti far aumentare notevolmente di peso, a causa degli ingredienti amidacei aggiunti. Il lato ancora più comico della storia – se così si può dire – è che da recenti stime è emerso che 600mila famiglie acquistano regolarmente alimenti privi di glutine senza che vi sia qualcuno affetto da celiachia. «Non ha senso seguire una dieta senza glutine solo per perdere peso», spiegano gli esperti perché i cibi gluten-free hanno una composizione di carboidrati e grassi totalmente differente che potrebbe, a lungo andare, anche alterare le risposte metaboliche. Inoltre il glutine è dotato di un forte potere saziante, quindi a rigor di logica dovrebbe indurre maggiormente la perdita di peso un pezzo di pane classico rispetto a un senza glutine».

Sei intollerante al glutine? Quasi sicuramente no
Un recente studio, denominato Glutox, promosso dalla AIGO (Associazione Italiana Gastroenterologi Ospedalieri) ha evidenziato come la maggior parte delle diagnosi di intolleranze al glutine sono sbagliate. La sensibilità al glutine è una patologia che nulla ha a che vedere con la celiachia. Pare che i sintomi possano essere paragonabili alla sindrome del colon irritabile, ma non vi è alcuna reale correlazione con la patologia vera e propria. Esaminando 140 pazienti di età compresa fra i 18 e i 75 anni per 6 mesi si è potuto notare come una sintomatologia simile alla celiachia possa indurre a pensare e a diagnosticare un gran numero di falsi celiaci eliminando così il glutine senza che ve ne sia davvero bisogno.

La gluten-fobia mette a rischio la salute di molte persone
La fobia dei cibi con il glutine – che per altro abbiamo mangiato tutti per anni – sembra aver coinvolto anche molti genitori e, di conseguenza, anche i poveri figli ignari della dieta che stanno seguendo. Alcuni ricercatori di New York, tuttavia mettono in guardia da questa ‘moda’: i bambini possono avere ripercussioni sulla salute eliminando il glutine dalla propria dieta. La ricerca è stata condotta dal New York-Presbyterian Hospital in collaborazione con la Columbia University Medical Center. In seguito alle indagini condotte è emerso che alcuni genitori sono affetti da una sorta di mania per il salutismo e, ritenendo il glutine dannoso, lo eliminano senza che sia realmente necessario. «Al di là della preoccupazione per la salute dei loro figli – spiega la dott.ssa Norelle R. Reilly, principale autrice dello studio pubblicato sul Journal of Pediatrics – i genitori a volte fanno seguire ai propri figli in una dieta priva di glutine nella convinzione che questo allevi i sintomi, eviti l’insorgenza della celiachia o sia una sana alternativa, senza però sottoporre a test preliminari per la celiachia o consultare un nutrizionista». Secondo l’esperta non esistono prove che una dieta senza glutine sia benefica, ma in realtà se non viene seguita con attenzione potrebbe portare a aumento di peso e carenze nutrizionali. Inoltre, la ricercatrice rammenta che ritenere il glutine tossico non ha alcun senso: non esistono evidenze a sostegno di tale teoria. «I genitori devono essere informati in merito alle possibili conseguenze finanziarie, sociali e nutrizionali di inutili implementazioni di una dieta priva di glutine», conclude la dottoressa Reilly.

La potenza dell’effetto nocebo
Forse molti di voi si staranno domandando come mai molte persone affermano di stare meglio dopo aver eliminato il glutine dalla propria dieta. A tal proposito, appare evidente in alcune ricerche scientifiche come l’effetto nocebo sembra essere ancora più forte dell’effetto placebo: ovvero eliminare un alimento che riteniamo dannoso per la nostra salute ci fa credere di stare meglio anche se ciò non è affatto vero. Secondo una recente ricerca (Small Amounts of Gluten in Subjects With Suspected Nonceliac Gluten Sensitivity: A Randomized, Double-Blind, Placebo-Controlled, Cross-Over Trial) potrebbe anche esserci una minima parte di popolazione affetta da sensibilità al glutine ma il 95% delle persone che ritiene di esserlo è vittima dell’effetto nocebo. Durante lo studio, infatti, l’effetto benefico persisteva anche consumando a propria insaputa alimenti con glutine – ritenendo fossero gluten-free. «Entra in gioco non solo l’effetto placebo, che ha una durata limitata ma anche l’effetto nocebo, ovvero la reazione indesiderata e patologica che un soggetto prova nei confronti di una sostanza che ritiene sia dannosa. Dunque, se la sostanza viene esclusa dalla dieta, ci si sente – o si crede di sentirsi – meglio».

Il fai da te è una vera e propria stupidaggine
Il professor Corazza, autore di oltre 400 studi internazionali afferma che «La dieta gluten-free indiscriminata è proprio una cavolata. Il glutine è difficile da digerire, magari può dare qualche disturbo, come per esempio la produzione di gas, ma è niente in confronto all’infiammazione intestinale che hanno i celiaci. Anche nelle persone sensibili al glutine l’infiammazione nell’intestino non c’è, quindi figuriamoci nella popolazione generale. Non solo, ci sono risvolti molto importanti e pericolosi. Se una persona con sintomi da celiachia viene a farsi visitare, noi siamo in grado di andare a trovare i segni del passaggio del glutine. Ma se questa stessa persona si autoprescrive una dieta senza glutine prima di venire a farsi visitare, noi non saremo più in grado di trovare i segni dell’infiammazione. Capite che questo è molto pericoloso? Perché là fuori ci sono dei celiaci che non sanno di esserlo e che si autocurano alla buona rischiando conseguenze anche molto gravi».

Seguire una dieta varia?
Insomma, la dieta priva di glutine dovrebbe essere seguita solo ed esclusivamente dai pazienti celiaci. Tuttavia, la dottoressa Martina Mangino ricorda che variare la propria alimentazione è essenziale per la salute del nostro organismo. Quindi anziché consumare sempre la solita pasta e il solito pane, si possono anche aggiungere alla propria dieta i non cereali come la quinoa e l’amaranto per esempio, ricchissimi di virtù nutrizionali e senza glutine. Si possono consumare in zuppe, risotti, barrette di cereali, budini o quant’altro suggerisca la nostra fantasia. Tutto ciò, però, non ha niente a che fare con l’acquisto di prodotti industriali che non contengono glutine, ma fa parte di un’alimentazione varia e sana. Insomma, prima di gridare ‘al glutine’ pensiamoci bene.