19 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Intolleranza al glutine, cosa c’è di vero?

E’ giusto eliminare il glutine se non si è celiaci?

Secondo recenti ricerche può essere addirittura deleterio eliminare il glutine se non si è celiaci. Non aiuta a ridurre il peso corporeo e potrebbe alterare il metabolismo

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ROMA – La celiachia è un’intolleranza permanente a tutti gli alimenti che contengono glutine. Nei celiaci i villi si atrofizzano non permettendo più l’assimilazione di importanti nutrienti per la salute umana. Tuttavia, per paura della celiachia, anche molte persone non celiache, evitano di assumere alimenti che contengono glutine. Ma è giusto farlo? I consigli della dottoressa Martina Mangino e il parere degli scienziati.

Attenzione a togliere il glutine se non sei celiaco
È l’allarme lanciato durante l’Australian Institute Food Science and Technology Conference: sono sempre più in aumento le persone non celiache che eliminano il glutine. Ma questa scelta non è priva di danni. Il professor Peter Gibson, primario di gastroenterologia presso l’Alfred and Monash University, ritiene che la scelta sia dettata dall’ignoranza e che le persone siano spinte da affermazioni pseudo-scientifiche che si trovano su Web. «Molte persone – spiega Gibson – credono di aver risolto i problemi di gonfiore o intestinali semplicemente diminuendo l’assunzione di frumento nelle sue varie forme. E questo aveva poco a che vedere con una riduzione dell’apporto di glutine».

Come è iniziata la paura del glutine?
«Il glutine è stato accusato di molte cose e ci sono molte persone che vanno sostenendo che il glutine è la causa di molte malattie: dalla sindrome dell’intestino irritabile all’autismo, fino alla depressione. Tutto è iniziato quando le persone hanno evitato di assumere frumento perché si sentivano meglio senza di esso, poi hanno dedotto che era il glutine, e così hanno iniziato a eliminare completamente il glutine. Poi altri hanno trovato su Internet e sui libri come il glutine sia causa di tutti questi problemi», continua Gibson.

Non esiste alcuna prova che il glutine dia certi disturbi
Secondo uno studio scientifico coordinato da Gibson, non è stata possibile trovare alcuna prova che il glutine, nei pazienti non celiaci, possa causare danni di alcun tipo. Il paradosso è che in uno studio preliminare che voleva trovare l’associazione tra depressione e glutine, dai risultati è emerso l’opposto: eliminando il glutine aumentava il rischio di depressione. Secondo il medico i prodotti senza glutine nei pazienti non celiaci servono solo ad arricchire i produttori di alimenti di questo tipo.

Il parere del nutrizionista
Il nutrizionista Pietro Antonio Migliaccio la pensa esattamente come il professor Gibson, anche quando si tratta di riduzione del peso corporeo: «Non ha senso seguire una dieta senza glutine solo per dimagrire. Non ci sono prove scientifiche che dimostrino l’efficacia dietetica di pasta, pane e biscotti per celiaci».

I prodotti senza glutine possono alterare le risposte metaboliche
«Un etto di pane senza glutine, che viene sostituito con carboidrati e grassi, ha le stesse calorie di uno che lo contiene, ma con una composizione in macronutrienti che, non essendo necessaria, potrebbe alterare le risposte metaboliche. Non consiglio mai un regime del genere a chi non soffre di questa patologia ma vuole solo dimagrire», continua Migliaccio.

Il glutine, una proteina utile
«Non ha assolutamente senso togliere il glutine dalla dieta per chi non soffre di celiachia o di particolare sensibilità al glutine – spiega il nutrizionista Andrea Ghiselli – Il glutine è una proteina presente in molti cereali che, come tutte le proteine, ha un forte potere saziante. Per cui, al contrario, può aiutare a perdere peso. Mangiando i prodotti senza glutine non si perde peso, tanto più che il riso, spesso usato dai celiaci invece della pasta, ha un indice glicemico (IG) superiore rispetto alla pasta. L’idea che i prodotti senza glutine siano più sani degli altri è del tutto falsa: le persone perfettamente sane che mangiano prodotti senza glutine non ne traggono alcun vantaggio, anzi si privano del piacere di mangiare un buon pane, una buona pasta o un buon dolce. Infatti il glutine, che trattiene acqua e aria, serve per la panificazione ed è responsabile della fragranza di pane e pizza. Nella pasta trattiene l’amido durante la cottura».

Provare nuovi alimenti fa bene
Tutt’altra cosa è allargare le proprie vedute in fatto di alimentazione. Secondo la dottoressa Martina Mangino, variare i cibi e consumare di tanto in tanto anche altri tipi di cereali – compresi quelli senza glutine, può migliorare la varietà di elementi nutrizionali. Quindi non si tratta di prodotti industriali marchiati «gluten free», ma di piatti cucinati in casa seguendo sapori e culture diverse.

«Nelle mie diete consiglio di variare il più possibile i cereali durante la settimana, senza eliminare il glutine dalla propria dieta. Tra i cereali senza glutine c’è l’Amaranto, ricco di proteine e ferro, simile alla Quinoa. Il grano saraceno è assimilabile ai cereali, possiede un indice glicemico molto basso, ottimo per i diabetici.  Il miglio è facilmente digeribile e ricchissimo di ferro. Ottimo per dei burgher altamente nutrienti».