19 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Autunno sull’Atlantico

Baccalà in Portogallo

Il clima dolce dell’Algarve invita al viaggio in una terra dove l’influsso atlantico si fonde con quello mediterraneo, ai margini della Corrente del Golfo

FARO – La sigla IATA da inseguire è FAO, in effetti per una volta non molto diversa dalla denominazione originale della località dal nome evocativo, e che ricorda scogliere attaccate da ondate che si infrangono fino ai margini delle abitazioni dei guardiani dei fari portoghesi, in realtà quasi tutti pensionati e sostituiti da figure meno romanzesche quali sono gli impianti elettrici automatizzati.

Noleggiando un’auto all’aeroporto si potrà percorrere un bell’itinerario di tre o di sette giorni, a seconda della disponibilità di tempo e di budget, percorrendo itinerari che sempre e comunque culmineranno all’ora di pranzo o della cena con il prodotto principe della gastronomia portoghese: il bacalau, così come si scrive e si pronuncia.

25 CHILI A TESTA - Il consumo pro capite di pesce salato o essiccato è formidabile, tanto da rendere la piccola nazione atlantica la più grande importatrice al mondo, mentre un tempo, già dal ‘500, gli spavaldi navigatori portoghesi andavano a pesca fino ai confini del grande nord per poi conservare i merluzzi sotto sale fino al  ritorno in patria. Il ricettario è come facilmente pensabile il più vasto possibile, a cominciare dalle golosissime crocchette. In realtà dentro le mitiche crocchette de bacalau ci sono più patate che pesce, quest’ultimo ben ammollato, cotto e tritato, prima di essere unito alle patate bollite e al soffritto di cipolla sfumata al vino bianco. Quatto uova per un chilo e mezzo di impasto daranno più sicurezza alla massaia, addensando ed eliminando il rischio che le piccole quenelle si rompano al momento di essere calate nell’olio bollente.

DOVE - Come il prezzemolo, che accompagnerà ogni vassoi colmo di crocchette, anche per osterie e taverne non mancheranno praticamente mai, quindi è inutile fornire alcuni indirizzi e dimenticarne altri, mentre per i più curiosi e raffinati, sull’itinerario che collega le bellissime spiagge dell’Algarve, da Faro verso Albufeira, Portimao, Lagos e Sagres, sarà proprio dalle parti di Albufeira che si potrebbe cenare in uno dei più belli (ma anche buoni) ristoranti vista mare d’Europa, il Vila Joya, due stelle Michelin e nei primi 50 al mondo per la WBR San Pellegrino. Per l’esattezza «vista oceano» dalla terrazza degradante sulle scogliere della meravigliosa villa arredata in toni chiari, dove la raffinatezza e la precisione della cultura gastronomica mitteleuropea si fonde con i sapori intensi di questa regione, estrema geograficamente, così come nei sapori della terra e del mare.

LANDS END - O Finis Terrae, ma qui è l’inglese a dominare come lingua secondaria al portoghese, proprio perché i britannici sono i clienti e gli investitori più affezionati all’Algarve, forse per caratteristiche territoriali simili ad alcune zone della Scozia e dell’Inghilterra, con la fondamentale differenza di temperatura media, peculiarità che ha fatto si che tutto l’entro terra - ma anche alcune zone costiere - siano disseminate di stupendi e ventosi campi da golf. Uno dopo l’altro, come una sequenza di buche da concorso, si arriverà alla fine del mondo, di questo mondo, a Sagres, dove l’ultimo faro indicherà che oltre, verso ovest, non si può andare. In ultimo l’abbinamento enologico : il Vinho Verde, di nome e di fatto. Ben freddo, come le acque atlantiche.

Link utili:
Lisbon International Airport