Corgnati: Viva Sebastian Vettel, abbasso i piloti robot
Basta con il falso buonismo che ha caratterizzato finora la rivalità tra il ferrarista e Lewis Hamilton. La nostra passione per lo sport, e per la F1 in particolare, è sempre stata accesa dagli epici scontri tra Senna e Prost o Schumacher e Villeneuve. E questa stagione ce ne sta regalando un altro
ROMA – Il punto di vista del nostro direttore Fabrizio Corgnati sull'avvenimento più discusso dell'ultimo Gran Premio dell'Azerbaigian: «Si è parlato tanto della ruotata tra Sebastian Vettel e Lewis Hamilton, noi proviamo a mettere in chiaro alcuni punti. Primo: Vettel ha sbagliato, e si è preso le sue responsabilità, con i dieci secondi di penalità in gara e i tre punti tolti sulla patente. Secondo: è importante che la Federazione internazionale si spenda per la sicurezza, quindi ha fatto bene a punirlo, ma è anche vero che quello che ha fatto Seb non era certo pericoloso. Si trattava di un fallo di reazione ma a meno di 50 km/h: il tedesco non era impazzito, si è solo innervosito. Terzo: al di là delle ipocrisie, diciamolo chiaramente, meno male che ci sono ancora dei piloti che mostrano delle emozioni umane, invece dei robot che siamo stati abituati a vedere negli ultimi anni».
Grandi battaglie
Lasciando da parte il falso buonismo, infatti, da sempre sono le rivalità sportive e personali ad accendere la nostra passione: «Questa è sempre stata una costante dello sport e della Formula 1 in particolare – prosegue Corgnati – Quando un essere umano viene spinto oltre i suoi limiti e quelli del proprio mezzo, l'adrenalina scorre a mille, le sensazioni vengono amplificate e quindi anche le reazioni possono essere esagerate. Ognuno di noi lo prova, in piccolo, quando si mette al volante in autostrada: figuriamoci quando ci si gioca un Mondiale. Anche piloti che non erano certo dei criminali, come Ayrton Senna o Michael Schumacher, si sono comportati al limite della correttezza, rispettivamente con Alain Prost e Jacques Villeneuve o Damon Hill. Da un po' di tempo questo era stato silenziato, ovattato, attutito, nascosto dietro una coltre di politicamente corretto, di volemose bene. L'abbiamo visto all'inizio di quest'anno, con Hamilton e Vettel che si abbracciavano e predicavano rispetto reciproco dopo le lotte in pista. Lo sapevamo tutti che non era vero e che non sarebbe durata: sono due grandi campioni che in passato non si sono risparmiati nelle rivalità, pensiamo a cosa combinarono con i rispettivi compagni di squadra Nico Rosberg o Fernando Alonso e Mark Webber. Ora che la battaglia per il titolo è più accesa, intensa e combattuta che mai, questa stagione non poteva certo fare eccezione».
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