Vettel si scusa umilmente: «Hamilton non c'entra, tutta colpa mia»
Per garantirsi l'assoluzione nel colloquio con il presidente della Federazione Jean Todt, il ferrarista ha dovuto scrivere un messaggio in cui si assume ende la responsabilità della ruotata, pubblicato anche sul suo sito personale. E così la sua versione si è ribaltata rispetto a quanto aveva dichiarato a caldo
PARIGI – Assolto sì, ma solo in cambio di una piena ammissione di colpa. Per farla franca nell'incontro di oggi con Jean Todt a Parigi ed evitare ulteriori stangate per la sua ruotata, Sebastian Vettel ha dovuto recitare il mea culpa: un messaggio, letto di fronte al presidente della Federazione internazionale dell'automobile e pubblicato anche sul suo sito personale, in cui il ferrarista si assume tutta la responsabilità del suo errore. Insomma, il campione tedesco si cosparge il capo di cenere, e assume una posizione ben diversa da quella che aveva sostenuto a caldo di fronte ai giornalisti: scagionando completamente il rivale Lewis Hamilton per la sua frenata dietro la safety car e confessando il fallo di reazione.
Le scuse di Vettel
Nella dichiarazione pretesa dal numero uno federale, Vettel si rivolge direttamente ai suoi tifosi: «Cari appassionati di automobilismo, vorrei spiegarmi riguardo l'incidente di Baku – esordisce Seb – Durante il giro di ripartenza sono rimasto sorpreso da Lewis e ho tamponato la sua macchina. Con il senno di poi non credo che avesse brutte intenzioni, ma nell'intensità del momento ho esagerato nella reazione. Perciò voglio scusarmi direttamente con Lewis e con tutte le persone che stavano assistendo alla gara: mi rendo conto di non essere stato di buon esempio. In quel momento non avevo alcuna intenzione di mettere a rischio Lewis, ma comprendo di aver provocato una situazione pericolosa. Per questo vorrei scusarmi anche con la Federazione. Accetto e rispetto le decisioni che sono state prese all'incontro odierno di Parigi, così come la penalità imposta dai commissari di Baku. Amo questo sport e sono determinato a rappresentarlo in un modo che possa essere d'esempio per le future generazioni».
La bacchettata di Todt
A fare la morale al quattro volte iridato, in chiusura, ci pensa anche lo stesso Todt: «Lo sport al suo massimo livello è un ambiente intenso in cui gli animi si possono accendere – ha commentato nel comunicato ufficiale della Fia – Tuttavia, il ruolo degli sportivi professionisti è quello di saper gestire quella pressione con calma e di comportarsi in un modo che non soltanto rispetti le regole dello sport ma sia anche all'altezza dello status elevato che ricoprono. Gli sportivi devono riconoscere l'impatto che il loro comportamento può avere sulle persone che guardano verso di loro. Sono eroi e modelli per milioni di fan in tutto il mondo e devono comportarsi di conseguenza».
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