9 settembre 2024
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Chiellini: «Non serve niente di straordinario. Sappiamo cosa fare»

Il difensore azzurro: «Sto bene, mi sono allenato bene in questi giorni. Sono riuscito a recuperare e sono contento di esserci. Non ho fastidi né timori». Mancini si affida ai ragazzi dell'Europeo: «Sanno cosa fare»

Il difensore della nazionale, Giorgio Chiellini, durante i festeggiamenti per la vittoria agli Europei 2021
Il difensore della nazionale, Giorgio Chiellini, durante i festeggiamenti per la vittoria agli Europei 2021 Foto: Fabio Frustaci ANSA

COVERCIANO - Accanto a Mancini in sala stampa alla viglia di Italia-Macedonia del Nord c'è Giorgio Chiellini e la prima domanda è ovviamente sulle sue condizioni fisiche: «Sto bene, mi sono allenato bene in questi giorni. Sono riuscito a recuperare e sono contento di esserci. Non ho fastidi né timori».

L'ultimo gol dell'Italia alla Macedonia del Nord lo ha segnato proprio lui, che nell'ottobre 2017 a Torino portò in vantaggio gli Azzurri prima della rete del definitivo 1-1 realizzata dall'ex palermitano Traijkovski: «Domani affronteremo una buona squadra - avverte il capitano - che non è qui per caso. Sappiamo che non sarà semplice. Tutti noi da novembre pensiamo a questa partita, ma l'esperienza ci porta a doverla vivere con serenità e senza un'eccessiva tensione, che alla fine ti blocca. Abbiamo due partite importanti, bisogna affrontarle una alla volta. Domani ci sarà una grandissimo ambiente e ci siamo preparati al meglio, dobbiamo solo scendere in campo e cercare di fare quello che sappiamo fare. Non servono cose straordinarie, dobbiamo essere noi stessi e giocare con la giusta serenità per raggiungere il risultato».

La posta in palio è senza dubbio molto alta: «Il Mondiale è un traguardo importante e ci abbiamo pensato spesso in questi mesi. C'è grande attesa, godiamoci questa atmosfera con l'entusiasmo che ci trasmetterà il pubblico di Palermo».

Mancini si affida ai ragazzi dell'Europeo: «Sanno cosa fare»

«I ragazzi dell'Europeo sanno cosa devono fare». Parola di Roberto Mancini alla vigilia della prima sfida verità verso il Mondiale. A Palermo la Nazionale azzurra affronta la Macedonia del Nord. «Non abbiamo avuto molto tempo, giusto quello per provare qualcosa. Per questo motivo ho confermato i ragazzi dell'Europeo. Si conoscono bene, sanno cosa devono fare» ha commentato il ct. Nella rosa ci sono anche sette giocatori del 2017 eliminati dalla Svezia sulla strada del mondiale russo.

«Non so se può essere un vantaggio o meno, ma questi momenti fanno parte della carriera di uno sportivo. L'unica cosa che dobbiamo fare è restare concentrati su ciò che dobbiamo fare: l'Italia sa giocare bene a calcio, pensiamo solo a quello». Guai però a sottovalutare l'impegno contro la Macedonia del Nord, seppur priva di Elmas e Pandev: «Si parte tutti da 0-0 e dallo stesso punto. In novanta minuti può accadere di tutto e le partite vanno giocate tutte. Non ci sono favoriti. Rigore? Dopo gli errori con la Svizzera Jorginho ne ha segnati sette di fila, non sarà un problema».

La nazionale ritrova uno stadio con campienza al 100%: «Palermo - dice - ci ha sempre supportato e lo farà anche questa volta. Sarà capienza al 100% e sarà una cosa positiva in più rispetto al passato». Sugli avversari dice: «La Macedonia del Nord si sa difendere bene, ma non credo che sarà una gara da chiudere il prima possibile. Non c'è un risultato da ribaltare, ma dobbiamo restare tranquilli e fare la nostra partita contro una buona squadra che ha anche vinto in Germania. Abbiamo provato qualcosa, poi valuteremo in partita le situazioni. Sicuramente servirà pazienza perché loro si chiudono bene».

La mentalità offensiva data da Mancini alla Nazionale però resterà: «Non siamo cambiati rispetto a qualche mese fa, abbiamo sempre provato a imporre il nostro gioco. Ovviamente abbiamo avuto poco tempo, ma siamo sempre noi».

Gravina: «Anche senza Mondiali nessun presupposto per dimissioni»

«Quando un sogno lo realizzi, lo hai perso. Conquisti la tua realtà. Abbiamo avuto fortuna? Sì, anche. La stiamo pagando ora? Sì, la stiamo pagando. Abbiamo finito di pagare? Non lo so, vedremo tra poco. Di sicuro venderemo cara la pelle: siamo abituati a sudarci tutto, storicamente o facciamo grandi exploit o grandi flop. E questo ha radici più profonde». Lo dice il presidente della Figc, Gabriele Gravina, in un'intervista al quotidiano 'La Repubblica' alla vigilia della sfida dell'Italia con la Macedonia ai playoff per i Mondiali.

A chi gli ricorda i passi indietro dei suoi predecessori Abete e Tavecchio, dopo l'eliminazione al primo turno in Brasile e la mancata qualificazione ai Mondiali in Russia, Gravina risponde: «Tavecchio aveva il Coni contro, aveva una maggioranza risicata in un quadro di sistema totalmente diverso da quello attuale. Io sono stato eletto un anno fa, abbiamo vinto l'Europeo, ho una maggioranza solida e un ampio consenso. Non esiste l'istituto della sfiducia, se mi facessi da parte per andare al voto probabilmente verrei rieletto. Che presupposti ci sono per dimettersi? Nessuno».

E Mancini rischia? «Ha perso una partita delle ultime 40, gli ho fatto firmare il rinnovo prima dell'Europeo e non era scontato che lo vincessimo, anzi -rimarca il numero uno di via Allegri-. Se avessimo segnato quel rigore di Roma contro la Svizzera, per me un 'rigorino', non staremmo a parlare di tutto ciò». Si parla tanto del Portogallo come avversario in finale e poco della Macedonia. «Io -sottolinea Gravina- penso solo alla Macedonia, domani. Sarà dura e noi contro le squadre slave soffriamo sempre».