28 marzo 2024
Aggiornato 22:30
Doping Schwazer

Alex Schwazer dice addio a Tokyo 2020: il Tribunale di Losanna respinge il ricorso

Non è dimostrata la «massima probabilità» della manipolazione delle urine. Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò: «È una vicenda che deve far molto riflettere»

Alex Schwazer
Alex Schwazer Foto: ANSA

LOSANNA - Il Tribunale federale della Confederazione elvetica di Losanna ha respinto la richiesta di sospensione della squalifica del marciatore Alex Schwazer. Lo comunica il legale dell'altoatesino, Gerhard Brandstaetter. Secondo i giudici, non è dimostrata la «massima probabilità» della manipolazione delle urine usate per il controllo antidoping che portò alla squalifica, come ipotizzato da Schwazer. «Sulla base di questo verdetto Alex Schwazer porterà avanti con la massima convinzione il procedimento davanti al Tribunale federale, con lo scopo di portare le prove necessarie per una sospensione della squalifica», afferma Brandstaetter.

Malagò: «È una vicenda che deve far molto riflettere»

«Dal primo giorno ho sempre evitato di fare commenti su questa storia per ovvi motivi. Ho un ruolo istituzionale. È una vicenda che deve far molto riflettere, in tutti i sensi». Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, dopo che il Tribunale federale svizzero di Losanna ha negato la misura cautelare, cioè la sospensione della squalifica, al marciatore altoatesino Alex Schwazer.

Isinbayeva sulla squalifica russa

Le sanzioni dell'agenzia antidoping mondiale Wada, che ha deciso di bandire la Russia per quattro anni dalle competizioni internazionali per aver falsificato i dati di laboratorio consegnati agli investigatori lo scorso gennaio sono «crudeli ed assassine». Lo ha scritto su Instragram l'ex campionessa russa di salto con l'asta Yelena Isinbayeva. «Queste sanzioni - sottolinea - sono crudeli, ingiuste, atroci e assassine per lo sport russo. Per me è difficile comprendere, mi chiedo in che modo la Wada possa difendere i diritti degli atleti russi puliti, chiedendo loro di gareggiare sotto la bandiera neutrale».