Bel gioco e attacchi di panico: Milan sull’orlo di una crisi di nervi
La delusione per il pareggio subito al 91’ dall’Atalante è enorme, ma all’indomani del match l’analisi a mente fredda offre spunti interessanti per i tifosi del Milan.
MILANO - L’avevamo messo in conto già dalle 20.00 di domenica sera, quando l’arbitro Doveri di Roma ha sancito con l’ingrato triplice fischio l’ennesimo mezzo passo falso del Milan al cospetto di un’Atalanta battagliera. Sarà per il gol preso al 91’, sarà perchè dopo appena 5 giornate (4 per il Milan) la classifica si fa già preoccupante, sarà perchè i dirimpettai di San Siro sembrano aver ingranato la quinta, sarà per questi e tanti altri motivi, ma tra i tifosi milanisti è già partita la caccia al colpevole. E indovinate un po’ chi è stato trascinato immediatamente sulla gogna mediatica dell’opinione pubblica? Naturalmente Gennaro Gattuso da Corigliano Calabro, indicato come il principale responsabile degli inspiegabili black out di cui Romagnoli & compagni sono vittime ogni maledetta partita.
Super Milan
Contro i bergamaschi lo shock è stato ancora più doloroso da sopportare perchè arrivato al termine di una partita stradominata in lungo e in largo per gran parte del match. L’ottimo avvio dei rossoneri, impreziosito dal gol bellissimo di Higuain dopo una manciata di secondi, ha fatto dimenticare in fretta le incertezze di Cagliari. Tanta corsa da parte di tutti e in ogni zona del campo, trame interessanti, manovra ariosa, scambi di qualità tra gli uomini di fantasia lì davanti, pressing alto, tutto fatto molto bene. Peccato per la concretezza, visto che un primo tempo che il Milan avrebbe dovuto concludere in vantaggio di quattro reti è finito con un risicato 1-0.
Attacco di panico
E nella ripresa puntualmente è calata la mannaia, sotto forma del consueto attacco di panico del Milan che ha paralizzato i giovanotti rossoneri e vanificato il gran lavoro svolto dalla squadra nella prima parte del match.
Sembra evidente che, al di là di una qualità di gioco sempre più soddisfacente (ieri il Milan per larghi tratti dell’incontro ha giocato davvero un calcio spettacolo), Gattuso dovrà lavorare intensamente sull’aspetto psicologico dei suoi ragazzi.
Il ruolo della società
Per farlo però dovrà avere accanto la dirigenza. Come ammesso onestamente dal neo direttore dell’area tecnica Leonardo, intercettato dalle telecamere a fine partite: «Le partite le vincono i giocatori e l’allenatore, i campionati li vincono le società». Un teorema che si sposa alla perfezione con quanto sta accadendo al Milan. Tocca a Gattuso infatti il compito di costruire una squadra competitiva, ma la responsabilità di rafforzare sicurezze e autostima, nonchè testimoniare l’autentico dna del Milan, non può ricadere solo sul tecnico. Serve l’appoggio di una società che, non dimentichiamolo, è giovane quanto l’allenatore e la maggior parte dei calciatori.
Manca esperienza
Vale la pena ricordare che classe, talento, qualità tecniche e tattiche o si hanno o non si hanno, e i giovanotti del Milan ne posseggono valigie piene; esperienza e maturità non si comprano, si guadagnano sul campo, anche a costo di battute d’arresto dolorose come quelle rimediate in queste prime giornate di campionato.
Forse è il caso di essere meno pessimisti e guardare il lato positivo della medaglia: il Milan è una delle squadre che gioca il miglior calcio della serie A, quando avrà acquistato la «cazzimma» necessaria per chiudere le partite ed affrontare le difficoltà senza andare nel panico, non ce ne sarà per nessuno.
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