Lippi: "Ecco come rilancerei il calcio italiano"
L'ex commissario tecnico azzurro analizza l'attuale situazione calcistica in Italia e suggerisce qualche rimedio
MILANO - Dici Marcello Lippi e pensi ai mondiali del 2006, il quarto e sinora ultimo alloro iridato conquistato dalla nazionale italiana che quest'anno la Coppa del Mondo se la guarderà da casa dopo il disastro di Ventura e la mancata qualificazione a Russia 2018 che ha segnato inevitabilmente un solco fra il calcio di oggi e quello di domani. Da quel funesto Italia-Svezia dello scorso 13 novembre, infatti, il pallone nazionale è crollato su sè stesso, perdendo via via diversi pezzi, dal commissario tecnico al presidente federale, cariche al momento occupate ad interim da Di Biagio e da Tavecchio, ma realmente vacanti.
Soluzioni
Marcello Lippi guarda oggi da lontano le sorti della Nazionale e del calcio italiano, lo fa dalla Cina dove è commissario tecnico della selezione asiatica, peraltro anch'essa fuori dai prossimi mondiali. Eppure, l'ex tecnico campione del mondo un'idea sul calcio del suo paese se l'è fatta e qualche risposta a come uscire dal buco nero in cui si è precipitati ha provato ugualmente a darla: "E' complicato capire come far ripartire l'Italia - afferma Lippi a Radio Deejay - ma penso che la prima cosa da fare sia portare in federazione gente che conosca il calcio da dentro, che lo abbia vissuto direttamente, che conosca tutte le sue dinamiche. Fatto ciò, è necessario impostare un progetto tecnico serio che coinvolga tutti, dai club agli allenatori, remando tutti dalla stessa parte. Sento parlare di centri federali, ma vanno organizzati perchè in Italia al momento non c'è nulla che riporti ai centri federali che ci sono, ad esempio, in Germania, un paese che calcisticamente non ha rivali in Europa e forse nel mondo». Ma Marcello Lippi tornerebbe in Italia? La risposta del tecnico è lapidaria: "No, non ho affatto voglia di lavorare in Italia ora, sto bene in Cina e credo nel progetto cinese".