17 agosto 2025
Aggiornato 16:00
Calcio

Gattuso: aneddoti e ringraziamenti ad Andrea Pirlo

Ricordi, amicizia e vittorie uniranno sempre i due ex centrocampisti del Milan. Il regista bresciano ha appena detto addio al calcio ed il suo vecchio compagno di squadra ha voluto omaggiarlo a modo suo

Andrea Pirlo ha appena annunciato il suo addio al calcio giocato
Andrea Pirlo ha appena annunciato il suo addio al calcio giocato Foto: ANSA

MILANO - Ripensando ad Andrea Pirlo e Gennaro Gattuso insieme, ai milanisti verrà il magone e più di un luccicone. Oggi che anche Andrea Pirlo ha detto addio al calcio alla soglia dei 40 anni e dopo l'esperienza americana, un altro pezzo di storia del Milan ancelottiano si chiude per sempre in un cassetto, nel cassetto dei ricordi con tanti trionfi, gioie e pure qualche inevitabile delusione. Gattuso, oggi allenatore della Primavera rossonera, omaggia così il suo amico ed ex compagno di mille battaglie: "Quando giocavamo insieme io non potevo credere che io e lui potessimo fare lo stesso mestiere - afferma l'ex mediano calabrese - e insomma io vedevo come calciava il pallone, l'eleganza nel tocco, la corsa con stile armonico, io non c'entravo proprio nulla con lui. Poi ho sempre sentito dire che Pirlo fosse uno che correva poco, ma quando mai? Nei test atletici era uno dei migliori, aveva velocità e resistenza, anche a livello cardiaco era fra i primi; a me non stupisce che uno con la sua tecnica abbia giocato fino a 40 anni, semmai mi stupisce che ci abbia giocato uno con la sua corsa. Conosco Andrea da quando avevamo 15-16 anni, abbiamo iniziato a giocare assieme nella nazionale under 15, lui è passato alla storia per essere uno ingrugnato e senza sorrisi, invece è sempre stato un burlone, mi prendeva in giro a ripetizione e io gli mollavo qualche bel pizzone, ne avrà presi più lui da me che Terence Hill da Bud Spencer nei film». Infine, ecco il racconto del leggendario cambio di modulo di Pirlo, trasformato da Ancelotti in regista dopo gli inizi da fantasista: "Non fu una decisione improvvisata - rivela Gattuso - mister Ancelotti provava Andrea in quel ruolo già da un po' in allenamento, ci aveva lavorato molto, poi decise di piazzarlo regista anche in partita e fu un successone: lanci perfetti, pennellate eccezionali, ma anche lavoro corto, giocate nel breve, Andrea è stato un artista del pallone, uno talmente intelligente che anche ora che ha smesso può permettersi di decidere senza paura di sbagliare, lui nel calcio può fare veramente ciò che vuole".