24 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Calcio

Leonardo: “Quel Suso in panchina….”

Il 5-1 di Vienna ha ringalluzzito e tranquillizzato il Milan, ma col nuovo modulo Montella rischia di sacrificare un protagonista eccellente

Suso, fantasista spagnolo del Milan
Suso, fantasista spagnolo del Milan Foto: ANSA

MILANO - Da eccepire sul 5-1 del Milan al Prater contro l’Austria Vienna c’è ben poco: rossoneri perfetti, guidati da un sontuoso Calhanoglu e di un Andrè Silva cecchino infallibile, illuminati dal nuovo 3-5-2 che pare aver stregato tutti e che sembra tagliato su misura per il vestito rossonero. Eppure c’è chi rischia di rimaner tagliato fuori dal nuovo schieramento, o comunque di essere tatticamente sacrificato: naturalmente parliamo dello spagnolo Suso per cui il vecchio 4-3-3 sembrava cadergli addosso a pennello, tutto il contrario del 3-5-2 che lo esclude dalla linea dei centrocampisti e lo costringe ad avanzare in un attacco in cui deve imparare a muoversi come una vera punta. A Vienna Suso ha fatto anche gol, appena entrato, ed è pure apparso nel vivo del gioco, per quanto gli austriaci fossero davvero poca cosa, ma è chiaro che un calciatore così importante non possa partire dalla panchina e giocare appena qualche spezzone di partita.

Quale ruolo?

E’ il pensiero del brasiliano Leonardo che il Milan lo ha anche allenato dopo averci giocato: «Bene a Vienna, ma Montella deve lavorare ancora tanto - afferma l’ex rossonero - e il percorso è lungo, lo sa lui per primo. Dovrà fare delle scelte e prendersi le proprie responsabilità per il bene della squadra, certo però vedere quel Suso in panchina all’inizio…è un problema lo spagnolo, un calciatore così non lo puoi perdere». A Suso va trovata una collocazione che non smetta di farlo esprimere come ha fatto nell’ultimo anno e mezzo, che lo lasci protagonista anche nel nuovo Milan e che ne giustifichi l’imminente rinnovo di contratto. Montella, probabilmente, finirà col varare un’alternativa del 3-5-2 fisso, passando ad un 3-4-2-1 o un 3-4-1-2 in cui Suso possa stabilmente ritagliarsi il ruolo di fantasista, di uomo di talento dell’attacco milanista, perché sacrificarlo, effettivamente, sarebbe davvero un delitto dopo averlo ritrovato e rilanciato.