28 marzo 2024
Aggiornato 13:00
Cessione Milan

Milan, comunque vada sarà un insuccesso

È questa la spiacevole condizione dei tifosi del Milan, consapevoli di essere nel bel mezzo di una situazione paradossale: indecisi se augurarsi di finire nella padella o nella brace. In ogni caso, in guai serissimi.

Berlusconi con Yonghong Li e Han Li al momento della stipula del primo accordo l'agosto scorso
Berlusconi con Yonghong Li e Han Li al momento della stipula del primo accordo l'agosto scorso Foto: ANSA

MILANO - C’è chi ci sta scrivendo un libro, chi probabilmente sta preparando un film, naturalmente comico, del genere surreale-fantascientifico. E c’è chi preferisce alzare un muro, non parlarne e non sentirne più parlare, come se evitando l’argomento, questa storiaccia evaporasse d’incanto, tipo un brutto sogno al suono della sveglia.
La verità è che il closing, questo raccapricciante mostro a due teste (da una parte quella di Silvio Berlusconi, dall’altra quella paffutella e apparentemente inoffensiva di Yonghong Li) è vivo, presente, ingombrante e ormai fa parte della nostra vita, alla stregua di un nuovo inquilino fastidioso e maleodorante che appesta la nostra giornata con i suoi disgustosi miasmi.

Fino a quando?
Closing ancora in vita quindi, almeno fino a quando Silvio Berlusconi - ed è questa ad oggi l’ipotesi decisamente più probabile - non decida di dire basta, tenersi il malloppo raggranellato finora (stiamo parlando comunque di 200 milioni) e chiuda definitivamente una delle parentesi più incresciose dell’ultracentenaria storia dell’Ac Milan. Un teatrino indecoroso forse ancora peggiore del primo calcioscommesse, delle due retrocessioni in serie B e dell’ultima vicenda di calciopoli.

Dalla padella alla brace
L’aspetto più drammatico della questione, visto naturalmente da una prospettiva milanista, è che il tifoso rossonero non sa più cosa augurarsi. Se fino a qualche settimana fa l’opzione Sino-Europe Sports era vista come l’unica concreta possibilità di liberarsi dal giogo berlusconiano e dalla manifesta incapacità della vecchia dirigenza di casa Milan di adeguarsi alle modalità del calcio del nuovo millennio, oggi il rischio sempre più concreto è quello di cadere dalla padella alla brace.

Il rimpianto
Nessuno avrebbe mai pensato, all’inizio di questa scombinata operazione di vendita societaria, di poter rimpiangere l’arte dell’improvvisazione di Barbara Berlusconi nel gestire l’area commerciale di un colosso come l’Ac Milan, l’evidente vecchiaia professionale di un dirigente esperto - ma ormai inadeguato - come Adriano Galliani, l’invadenza spesso molesta nell’area tecnica di Silvio Berlusconi. Eppure al cospetto delle nefandezze commesse da Yonghong Li e dei suoi accoliti è esattamente questo il pensiero ricorrente tra i tifosi del Milan.

Non so più cosa augurarmi
E così, appurate le ulteriore difficoltà del consorzio cinese nel reperire i soldi da destinare all’acquisto del club, il dubbio amletico dei tifosi rossoneri è ormai uno solo: cosa dobbiamo augurarci per il futuro del Milan?