19 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Cessione Milan

Milan, è un coro unanime: «Il Diavolo merita rispetto»

Non accennano a placarsi le polemiche dopo l’ennesimo slittamento del closing che dovrebbe portare alla cessione dell’Ac Milan al consorzio cinese SES.

Silvio Berlusconi accanto al fido braccio destro Adriano Galliani
Silvio Berlusconi accanto al fido braccio destro Adriano Galliani Foto: ANSA

MILANO - Da quando ieri attorno all’ora di pranzo hanno iniziato a prendere forma le prime indiscrezioni su un possibile, ennesimo slittamento della trattativa che dovrebbe - a questo punto il condizionale è quanto mai obbligato - alla cessione dell’Ac Milan al consorzio cinese Sino-Europe Sports, sul web, televisioni, radio e giornali è stato tutto un florilegio di «Je accuse» nei confronti chi sta infangando colpevolmente la gloriosa e ultracentenaria storia dell’ex club più titolato al mondo.

Basta prenderci in giro

A cominciare da un tifoso storico come Matteo Salvini, segretario della Lega e grandi tifoso milanista, che interpellato a caldo sulla questione closing non le ha certo mandate a dire al suo amico e alleato politico: «Spero che i cinesi non ci stiano prendendo in giro, che non stiano prendendo in giro la passione dei tifosi. Berlusconi dica le cose come stanno senza tirarla a lungo».

Dove li hanno trovati?

Duro anche Alberto Costa del Corriere della Sera che, intervenuto a SkySport24, ha puntato il dito contro colui che viene considerato il primo ed autentico responsabile di tutto questo vergognoso teatrino: «Mi spiace dirlo ma Berlusconi aveva sempre dichiarato di voler lasciare il Milan a chi gli avesse dimostrato disponibilità reali e volontà ad investire, mentre è andato a scegliere gente che non ha soldi. Dove li hanno trovati? Sono questi i cinesi che dovrebbero far grande il Milan? Mi sembra tutto surreale. Un club come il Milan che perde due anni tra Mr. Bee e questo gruppo di cinesi, mi fa pensare che sia tutto assurdo».

Sembra una barzelletta

Dello stesso tenore anche la dura reprimenda di Umberto Zapelloni, vicedirettore de La Gazzetta dello Sport: «Povero Diavolo. Non merita tutto questo. Il China Milan sembra destinato a non decollare neppure questa volta. Proprio come in quelle scatole cinesi che si aprono una dietro l’altra senza vedere mai il fondo. Non si arriva al closing neppure questa volta. A tre giorni dalla data fissata per il passaggio di proprietà salta tutto un’altra volta. Ci si avvicina a un altro rinvio, in vista del versamento di un’altra caparra di 100 milioni che porterebbe a 300 il malloppo sborsato per garantirsi l’acquisto della società rossonera. Sembra una barzelletta, di quelle che non fanno neppure tanto ridere, ma è proprio così. Il problema a questo punto è soprattutto uno: che futuro può garantire al Milan una cordata come questa? Dove si può andare con un fondo d’investimenti che perde pezzi ancora prima di concretizzarsi? No, non è questo il futuro che merita il Milan. Troppi dubbi, troppe incertezze, troppi misteri per poter stare tranquilli. Anche perché dietro l’angolo c’è un contratto da far firmare al neo maggiorenne Gigio Donnarumma».