13 gennaio 2025
Aggiornato 17:00
L'incandescente finale mondiale lascia delle ferite nella squadra

Tra Lewis Hamilton e la Mercedes è rottura: «Ha ignorato i nostri ordini»

La decisione del pilota anglo-caraibico di fare da tappo al suo compagno di squadra Nico Rosberg, nonostante il muretto glielo avesse proibito via radio, ha mandato su tutte le furie Toto Wolff: «Forse vuole correre per la Red Bull...»

Lewis Hamilton ad Abu Dhabi
Lewis Hamilton ad Abu Dhabi Foto: Mercedes

ABU DHABI – Le ha provate veramente tutte, Lewis Hamilton, per strappare fino all'ultimo il titolo mondiale al suo compagno-rivale Nico Rosberg. Forse, anche troppe. «Ha giocato sporco», lo ha attaccato senza mezzi termini Sebastian Vettel via radio a fine gara. «Aveva due soluzioni: o andare in fuga, dimostrando di essere il più forte e che questa poteva essere la sua stagione, oppure fare da tappo a Nico. Ed è quello che ha deciso di fare – ha commentato a denti stretti il team principal Toto Wolff – Proprio la stessa cosa che gli aveva suggerito di fare Christian Horner alla vigilia del weekend. Ha seguito le sue istruzioni, quindi forse vuole correre per la Red Bull...». Sarà anche stato pronunciato a caldo, con l'adrenalina della finale iridata ancora in circolo, ma questo non si può definire in altro modo che un preavviso di sfratto in piena regola. L'inizio di una possibile frattura tra le Frecce d'argento e il loro pilota più vincente.

Al rallentatore
La realtà è che il campione in carica aveva una sola chance di riconfermarsi sul tetto del mondo: portare a casa la vittoria ad Abu Dhabi, che non è mai stata in discussione, e allo stesso tempo sperare che Rosberg finisse fuori dal podio. La speranza, però, evidentemente non gli bastava, tant'è il pilota anglo-caraibico ha deciso di giocarsi un'altra carta: rallentare il gruppo alle sue spalle, consentendo alle Red Bull e alle Ferrari di rimontare sul suo diretto rivale. Una mossa ai limiti del regolamento? «Non penso di aver fatto nulla di pericoloso, né di scorretto – ha ribattuto Hamilton – Eravamo in lotta per il campionato, io ero al comando quindi controllavo il ritmo. Questa è la regola». Eppure, benché il suo tentativo non sia andato a buon fine, il muretto Mercedes non ha comunque gradito il suo comportamento, tanto da ordinargli più volte negli ultimi giri di accelerare, per non mettere a rischio la doppietta di squadra. Con l'unico risultato di vedersi rispondere con tono piccato via radio: «Sto perdendo il campionato, quindi non me ne frega niente se vinco o perdo la gara».

Disobbedienza
Questa esplicita insubordinazione del suo soldato ha mandato su tutte le furie il generale Wolff: «Non interferiamo mai nelle battaglie dei nostri piloti, a patto che la vittoria sia garantita – ha spiegato il team principal – In questo caso avevamo calcolato che, a forza di rallentare, Lewis avrebbe perso la gara, perciò abbiamo deciso di intervenire. Ma lui ci ha ignorati. Questo stabilirà un precedente per il futuro? Dobbiamo valutarlo». E che i vertici della scuderia tedesca e il pilota anglo-caraibico dovranno presto sedersi al tavolo per un chiarimento lo conferma anche lo stesso Hamilton: «Non so perché non ci abbiano lasciato correre – ha ribadito – Non c'è mai stato un momento in cui sentivo che avrei perso la gara. Il loro ragionamento è stato piuttosto chiaro e mi ha deluso, non so cosa dire. Avevamo già vinto il titolo costruttori e dipendeva tutto da me e Nico, però hanno comunque sentito la necessità di fare commenti. Lo discuteremo, come facciamo sempre all'interno della squadra». Del resto, era davvero difficile pensare che una resa dei conti così tesa e combattuta, tra compagni di squadra, non avrebbe finito per lasciare delle ferite.