30 marzo 2023
Aggiornato 20:00
Inizia l'era del maiorchino a Borgo Panigale

Jorge Lorenzo sulla Ducati va subito forte, ma con la moto vecchia...

Il primo contatto di Por Fuera è con la Desmosedici di quest'anno. Lui non può parlare per contratto, ma il team sorride: «Senzazioni buone, come ci aspettavamo». Intanto il suo neo compagno Andrea Dovizioso pensa al 2017

Jorge Lorenzo in azione con la Ducati a Valencia
Jorge Lorenzo in azione con la Ducati a Valencia Foto: Michelin

VALENCIA – Si respirava un'aria di nervosismo, nel box Ducati, fin dai primi minuti dell'esordio del nuovo leader Jorge Lorenzo: troppa attenzione, troppi fotografi, troppe telecamere a seguire quel binomio moto-pilota tutto dipinto di nero, eccezion fatta per il solo numero 99, per obblighi contrattuali. Ma per certi versi l'atmosfera si poteva anche definire surreale, visto che tutti sapevano che quello stesso contratto che ancora lo lega alla Yamaha fino al 31 dicembre gli avrebbe anche impedito di incontrare la stampa. Così, quando i motori si sono ammutoliti, ai giornalisti non è rimasto che cercare di ricostruire le impressioni a caldo del campione maiorchino attraverso le parole degli uomini che oggi, per la prima volta, hanno lavorato al suo fianco. «Non posso dire più di tanto, ma la giornata è stata positiva – si lascia sfuggire il direttore sportivo Paolo Ciabatti – Le sensazioni sono buone, come del resto ci aspettavamo e speravamo. Lorenzo ha esordito con la moto 2016 e, se tutto andrà secondo i programmi, domani salirà sulla 2017». «È andato forte e la Ducati gli è piaciuta – conferma il suo nuovo compagno di squadra Andrea Dovizioso – Stupito? Sì e no, so benissimo che campione è, ha vinto più di un titolo e non deve imparare niente. Non sono certamente stupito della sua velocità e del rapido adattamento alla nostra moto. Ora la Desmosedici ha una buona base, non si ritrova più limiti particolari come in passato. Infatti non ha fatto fatica, è andato subito abbastanza forte». Lo conferma anche la classifica, dove Por Fuera si è piazzato terzo, a poco più di un decimo dal suo sostituto Maverick Vinales e dal suo ex vicino di box Valentino Rossi: «Ma i tempi oggi non sono troppo indicativi, perché ognuno sta provando delle soluzioni diverse», taglia corto Desmodovi.

Senza ali
Mentre Lorenzo si concentrava a trovare la posizione di guida ideale sulla moto dell'anno scorso, dunque, il pilota di Forlì si è invece dedicato a svezzare la GP17. «Sono gli ultimi giorni di prove prima di febbraio, quindi dobbiamo sfruttarli per definire gli ultimi dettagli della nuova moto – spiega – Abbiamo avuto poco tempo, ma siamo andati subito forte come con il vecchio modello, se non meglio. Il motore è un po' più dolce a bassi giri e questo dà buone sensazioni nella guida. Sul fronte degli assetti la moto nuova ci permette più variazioni rispetto all'anno scorso, quindi nel corso della stagione potremo spaziare, ma per ora ne abbiamo provate pochissime. L'importante è che le novità non ci dessero risultati negativi». Più che su quello che è stato aggiunto sulla nuova Rossa, però, i riflettori sono stati puntati soprattutto su ciò che è stato tolto: le famigerate alette. «Cambia molto – ammette Dovizioso – Ci sono dei pro e dei contro, come è ovvio, ma la sicurezza è diminuita. In accelerazione la ruota davanti tocca meno e rischia di arrivare in frenata con una velocità diversa da quella dietro, e dunque di bloccarsi. È indubbiamente un passo indietro rispetto a ciò a cui eravamo abituati negli ultimi due anni, ma queste sono le regole...».