19 marzo 2024
Aggiornato 12:00
Il campione di Tavullia è il più veloce nelle qualifiche in Giappone

Incredibile Valentino Rossi: più forte dell'influenza e dell'assetto. E di Marquez

Ieri soltanto settimo nelle prove libere, oggi il Dottore è in pole position. Nonostante i problemi fisici e tecnici: «I miei uomini hanno lavorato bene e io ho fatto un bel giro. Sul passo gara Marc è favorito, ma magari penserà al titolo...»

Valentino Rossi esulta per la pole position a Motegi
Valentino Rossi esulta per la pole position a Motegi Foto: Michelin

MOTEGI – Ormai avremmo dovuto impararlo: mai dare per spacciato Valentino Rossi. Uno come lui, che alla tenera età di 37 anni non ha ancora smesso di inseguire il decimo titolo mondiale, figuriamoci se si arrende ad un po' di jet lag, a un'influenza, ad una moto con l'assetto da migliorare. «Durante tutto il fine settimana abbiamo faticato a trovare la messa a punto. E poi non mi sento al cento per cento fisicamente, sono un po' ammalato: quando spingo per molti giri di fila faccio un po' fatica a respirare», racconta il Dottore. Eppure oggi il campione di Tavullia ci ha stupito una volta di più. Ha ripetuto quel miracolo che già tante altre volte gli è riuscito nel corso di tutta la sua lunga e vincente carriera: proprio nel momento più difficile, dopo un venerdì di prove libere in cui si era fermato ad una deludente settima posizione, è riuscito a trovare il colpo di reni che ha ribaltato la situazione. Con l'aiuto dei suoi uomini più fidati, s'intende: «Con Galbusera (il capotecnico, ndr), Flamigni (il telemetrista, ndr) e Cadalora (il coach, ndr) abbiamo lavorato bene e abbiamo migliorato molto il bilanciamento della moto nelle ultime prove libere – spiega Rossi – Così mi sono presentato alle qualifiche con ottimismo, convinto di poter lottare la prima fila, come già avevo fatto negli ultimi anni qui a Motegi. Fino all'ultimo giro delle qualifiche ero solo quinto o sesto, mentre Marc era il più veloce: sapevo di dover spingere. Ho avuto la fortuna di ritrovarmi dietro a Vinales, che mi ha tirato la scia, e sono rimasto concentrato nonostante le bandiere gialle per l'incidente di Crutchlow. È stato un bel giro». Che gli è valso un'incredibile pole position: la terza della stagione («Un bel numero!») e addirittura la sessantaquattresima in carriera. A pari merito con Marc Marquez e Jorge Lorenzo: «Due o tre anni fa pensavo che non ne avrei più fatta una, invece spero di continuare la bagarre con loro fino alla fine della carriera – sorride – È una figata incredibile: ci giochiamo questo record in tre, e da un bel po' capita che quando uno prende vantaggio gli altri lo recuperano».

Le incognite della domenica
Ma il numero che conta di più nella roulette del Gran Premio del Giappone, in realtà, è il 52: i punti che separano Valentino da Marquez in classifica mondiale. Per ridurli, per tenere accesa almeno l'ultima fiammella di speranza iridata, non basta la pole position: servirà un buon risultato in gara. E, anche stavolta, non sarà così facile come sembra: «Sulla carta, sembra che Jorge e Marc siano un po' più veloci di me, ma io ho un passo molto vicino al loro – ammette il nove volte iridato – Poi ci sono Dovizioso, con una Ducati molto forte in frenata e rapida sui dritti, e anche Crutchlow, che ha fatto degli ottimi tempi. Senza dimenticare le due Suzuki. Mi aspetto una bella battaglia nei primi giri, come ad Aragon: sarà cruciale cercare di restare davanti fin dall'inizio, e spingere al massimo dalla prima curva. Dobbiamo lavorare stanotte, cercare di sistemare gli ultimi piccoli dettagli e sperare che domani faccia più caldo. E che Marquez magari resti un po' più tranquillo, concentrandosi sul Mondiale...».