La carezza di Montolivo ai tifosi del Milan

MILANO - Se c’è una cosa che ha scatenato la rabbia e la frustrazione più forte dopo quel maledetto infortunio che l’ha messo praticamente fuori causa per tutta la stagione è la sconcertante reazione dei tifosi. Il pensiero di Riccardo Montolivo nei confronti di quei beceri tifosi che hanno approfittato di un evento tanto doloroso per inscenare la propria personalissima danza di morte è quanto di più comprensibile possa esistere. 

Il festival della vergogna

Ne abbiamo lette tante all’indomani di Italia-Spagna e una più vergognosa dell’altra. Siamo passati dal «Finalmente Montolivo ha fatto qualcosa di buono: uscire per infortunio» agli sconvenienti messaggi di giubilo dei tifosi milanisti: «Prime notizie positive dalla gara della nazionale: L'infortunio di Montolivo»; «Probabile infortunio a montolivo.....a Milano sponda Milan sono cominciati i caroselli x le vie»; «Il grande acquisto per il Milan sarebbe anche un grave infortunio per Montolivo»; «Sto seriamente pregando un infortunio a Montolivo»;«Per liberarci di Montolivo ci vorrebbe un bellissimo infortunio». E per finire la ciliegina sulla torta: «Il 99 % dei tifosi rossoneri non ti sopporta, ti fischia e ti insulta. Sei inutile, sei un cancro per il Milan e soprattutto sei un infame e un raccomandato».

Autolesionismo

Roba da analisi. E qui non si tratta di buonismo da quattro soldi, ma di pura logica. Perché ora che il Milan dovrà far fronte all’assenza di Montolivo allora si che inizieranno i problemi veri. E mister Montella, uno che di calcio qualcosa capisce, si è già reso conto del guaio che gli è capitato manifestando tutta la propria disperazione per dover fare a meno dell’unico calciatore in rosa con determinate caratteristiche per tutta la stagione. Godere dell’infortunio del regista del Milan vuol dire essere felici di vedere la propria squadra in difficoltà, un purissimo gesto di autolesionismo. 

Il paradosso più grande è che i tifosi che insultano Montolivo sono gli stessi che applaudono il tecnico di Pomigliano d’Arco. Una meravigliosa contraddizione in termini.

Educazione questa sconosciuta

E allora riportiamo il ringraziamento del numero 18 rossonero a chi gli è stato vicino e a chi invece non ha perso occasione per dimostrare una sana vena di autolesionismo: «Grazie di cuore a tutte le persone che hanno speso un pensiero per me...tifosi, colleghi, addetti ai lavori. È stato bello, in un momento così faticoso, ricevere così tanti attestati di stima e affetto. E una carezza a tutti quelli che mi hanno augurato la rottura di tibia e perone, la rottura di tutti i legamenti e la morte...con l'augurio che la vita riesca a farvi crescere in educazione e rispetto dell'essere umano».