Ferrari, i veri motivi dell'addio del direttore tecnico James Allison
Non solo il dramma familiare vissuto dopo la prematura scomparsa della moglie. Dietro al divorzio dell'ingegnere inglese da Maranello, secondo i ben informati, ci sarebbero anche profondi contrasti con il presidente Sergio Marchionne

«Dopo tre anni di collaborazione, la Scuderia Ferrari e James Allison hanno deciso, di comune accordo, di prendere strade diverse». Con queste poche parole, nella mattinata di ieri, la Rossa ha confermato una notizia che era nell'aria ormai da giorni: il direttore tecnico lascia Maranello, proprio all'immediata vigilia dell'ultima gara prima della pausa estiva, il Gran Premio di Germania. Quello che manca dal comunicato stampa ufficiale del team, però, sono le motivazioni di questo divorzio consensuale. Così, a tentare di ricostruirle ci ha pensato la stampa internazionale, basandosi sulla ridda di indiscrezioni e voci che si sono scatenate fin dalle prime ore successive all'annuncio.
Il dramma personale...
La più ovvia, e anche la più personale, delle ragioni è la tragedia familiare che ha colpito pochi mesi fa lo stimato ingegnere inglese: l'improvvisa morte di sua moglie, che ha convinto Allison a trasferirsi nuovamente a tempo pieno in Gran Bretagna, dove vivono i suoi figli. Già da qualche settimana, infatti, il tecnico si faceva vedere molto raramente a Maranello, non più di tre giorni e mezzo a settimana, e aveva iniziato a diradare anche la sua presenza nei weekend di gara. Questa situazione potrebbe dunque portarlo ad accettare una delle tante offerte avanzategli nell'ultimo periodo da squadre che hanno la sede operativa oltremanica: Renault, McLaren o addirittura Mercedes. «La sua volontà di tornare in Inghilterra è certamente uno dei motivi di questa separazione», conferma Michael Schmidt, esperto corrispondente della rivista tedesca Auto Motor und Sport.
...e i litigi con Marchionne
Ma dietro alla decisione ci sono anche altre ragioni, di carattere più squisitamente professionale. Secondo i ben informati, infatti, nel corso del tempo il rapporto tra Allison e Sergio Marchionne si sarebbe deteriorato, fino al punto da rendere impossibile la prosecuzione della collaborazione tra i due. L'ormai ex dt, infatti, si sarebbe sentito sfiduciato da parte del presidente: «Ci sono voci – prosegue l'articolo di Auto Motor und Sport – secondo cui Marchionne non riusciva più a sopportare Allison. L'inglese, infatti, è abituato a dire quello che pensa e non accettava che gli venissero fissati obiettivi irragionevoli, che contrastavano con le sue convinzioni maturate in 25 anni di esperienza nell'automobilismo».
Brawn ci ripensa?
Ora, la Ferrari dovrà cercare un sostituto di livello altrettanto alto, visto che lo stesso giornalista Schmidt ritiene «provvisoria» la nomina dell'ex capo dei motoristi Mattia Binotto. Di nomi ne sono circolati tanti, l'ultimo è quello di Bob Bell, già ingegnere in McLaren, Benetton e Mercedes, attualmente alla Renault ma come semplice consulente. Eppure, proprio oggi, torna a farsi strada l'ipotesi più affascinante, quella di Ross Brawn, già storico dt rosso nell'era Schumacher. Lui stesso aveva pubblicamente rifiutato il corteggiamento di Marchionne solo qualche giorno fa, ma è stato avvistato su un volo diretto a Francoforte, da dove proseguirà verso Hockenheim, il circuito su cui la Formula 1 correrà questo weekend. Appuntamento di lavoro?
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