Rossi-Marquez, riparte lo scontro un anno dopo
Proprio in Argentina, nel Gran Premio 2015, ci fu il primo incontro ravvicinato tra il Dottore e il campione della Honda. Quello da cui cominciò una rivalità senza fine. Oggi, a dodici mesi di distanza, sono di nuovo fianco a fianco

RIO HONDO – Dodici mesi dopo, si ritorna sul luogo dove tutto ebbe inizio: in Argentina, a Termas de Rio Hondo. Proprio lì dove, un anno fa, Marc Marquez e Valentino Rossi incrociarono le ruote per la prima volta. Il primo stava dominando la gara, quando le sue gomme morbide iniziarono ad andare in crisi lasciando spazio alla rimonta del rivale. Il secondo, così, riuscì a superarlo al penultimo giro, poco prima che la Honda dello spagnolo toccasse la ruota posteriore della sua Yamaha e si stendesse finendo la corsa a bordo pista. «È il mio idolo, il mio punto di riferimento – dichiarò poco dopo, a denti stretti, l'allora campione del mondo in carica – e da lui c'è sempre da imparare». Il resto è storia: il contatto a Sepang, l'infinita coda di polemiche e di scontri verbali, il biscottone nell'ultima gara a Valencia, il tentativo (riuscito) di far perdere al suo rivale giurato il decimo titolo iridato.
Oggi non è più un idolo
E oggi? Oggi, dodici mesi dopo, Marc Marquez e Valentino Rossi sono di nuovo lì, primo e secondo, fianco a fianco sulla prima fila del Gran Premio d'Argentina 2016, con Jorge Lorenzo a completare il terzetto di testa, quello dei protagonisti annunciati e grandi avversari del Mondiale di MotoGP. Ad essere cambiato è solo il modo in cui l'iberico vede il Dottore. Quello che, appunto, un anno fa definì il suo «idolo». «Valentino è un punto di riferimento per tutti, visto che corre ormai da tanti anni – si limita a rispondere, nella conferenza stampa dopo le qualifiche, alla domanda provocatoria di un giornalista – ma ora lo vedo con occhi diversi». Alzi la mano chi non se ne era accorto.
L'incognita delle gomme
Mentre Rossi, nel sabato argentino, è rimasto in piedi, in tutti i sensi, i due spagnoli invece sono caduti. E il poleman Marquez, in particolare, addirittura due volte: l'ultima delle quali gli ha fatto perdere i minuti finali delle qualifiche. Forse è proprio il timore di una nuova scivolata, che ripeta la storia della scorsa edizione della gara, a frenare di più il pilota della Honda. «Abbiamo capito i motivi delle cadute – spiega però lui – Il primo a un cambio di assetto, il secondo al fatto che ho spinto troppo. Capita, in qualifica». L'importante è che non capiti in gara. Soprattutto visto che tutti i piloti si ritroveranno a correre con gomme sconosciute: quelle finora utilizzate in questo weekend sono state ritirate dalla Michelin per motivi di sicurezza, dopo l'esplosione avvenuta sulla Ducati di Scott Redding nelle prove libere. «Domani sarà vitale scegliere bene la gomma posteriore – conferma Marquez – Con la morbida mi trovavo molto bene, ma non potrò usarla». Lo stesso punto di vista di Rossi: «Dovremo adattarci – taglia corto il tavulliese – Mi servirà un altro passo avanti: lottare per la vittoria, visto il passo di Marquez, sarà difficile, ma l'importante è giocarsi il podio». Con una spinta in più: quella dei tifosi, che stregò definitivamente salendo sul gradino più alto del podio con la maglia numero 10 di Maradona. Sempre allora, in quel Gran Premio d'Argentina 2015. Sempre un anno fa.
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