Il Milan affonda ma i tifosi sono con Mihajlovic
Il deludente avvio di campionato, condito da 5 sconfitte in 13 giornate e un distacco già di 10 punti dall’Inter capolista, non sembra aver intaccato la fiducia del popolo rossonero nei confronti del tecnico serbo. I principali responsabili, agli occhi della tifoseria, restano sempre Berlusconi e Galliani.
MILANO - L’ennesimo fallimento stagionale del Milan è sotto gli occhi di tutti e appare fin troppo evidente che, al cospetto di questo destabilizzante disastro tecnico-tattico, una bella fetta di responsabilità sia da imputare al nuovo allenatore Mihajlovic. Il tecnico serbo sembra sbarcato a Milanello da un pianeta lontano e solo in questo modo si possono spiegare i suoi tanti atteggiamenti poco comprensibili. Basti guardare il fastidioso modus operandi secondo cui quando le cose non vanno per il verso giusto le colpe sono sempre degli altri: i calciatori che non si impegnano, l’arbitro che non ci vede, la sfortuna che invece ci vede benissimo, l’ambiente cinico e baro che rema contro. Tutto è funzionale alla remissione integrale dei peccati di mister Mihajlovic.
La vetta è già lontana 10 punti
Peccato che poi i nodi giungano al pettine: la squadra rossonera contro i campioni d’Italia incassa la quinta sconfitta in 13 giornate, praticamente senza mai tirare in porta; la distanza dall’Inter capolista è ormai di 10 punti (e siamo solo a un terzo del campionato); Fiorentina, Napoli, Roma e adesso anche la Juventus corrono spedite lì davanti e l’obiettivo Champions League è sempre più un miraggio; tutto in sostanza sembra marciare contro le teorie dell’allenatore rossonero, ma a Milano sono in pochi ad averne consapevolezza.
Che brutto Milan
Malgrado lo squallore epico ormai messo in scena domenica dopo domenica dai Mihajlovic boys, la gran parte della tifoseria rossonera è schierata dalla parte del tecnico. E la spiegazione è fin troppo evidente: le malefatte compiute negli ultimi anni dalla premiata ditta Berlusconi-Galliani (con le tante e disarmanti campagne acquisti fatte solo di prestiti e parametri 0) hanno lasciato un segno indelebile nell’umore dei fans del diavolo. Una ferita ancora sanguinante che potrebbe rimarginarsi solo grazie ad un trionfo in Italia o in Europa, ipotesi al momento piuttosto remota. È questa la comprensibile ragione per cui, al momento di cercare un capro espiatorio su cui scaricare le colpe dell’ennesima annata di sofferenza, è fin troppo facile per il popolo milanista prendersela con chi ha già una fedina penale (sportiva, naturalmente) lunga 10 pagine, anziché con un nuovo allenatore appena arrivato a Milanello.
Ad ognuno la sua colpa
Il punto però è cercare di analizzare lucidamente la situazione e assegnare ad ognuno le proprie responsabilità: a Silvio Berlusconi quella più grave, cioè aver permesso negli anni il consolidarsi di uno status quo societario che sta portando il Milan alla rovina; ad Adriano Galliani (vero obiettivo della furia dei tifosi) la colpa di non essere in grado di gestire il mercato del Milan come dovrebbe fare una società seria, con una serie di osservatori, di talent scout e un direttore sportivo giovane, preparato ed intraprendente a cui affidare il compito di pianificare le strategie del club; dulcis in fundo a Sinisa Mihajlovic, incapace di far funzionare una macchina che è pur sempre costata quasi 90 milioni di euro (solo gli acquisti estivi) e che, malgrado l’opinione diffusa dei tifosi, vale ben di più dei 20 punti in 13 partite accumulati finora che fanno del Milan la settima forza del campionato, dietro perfino a Fiorentina e Sassuolo.
Quattro vittorie da qui a Natale
Ora il Milan è atteso da quattro appuntamenti decisamente abbordabili fino alla sosta natalizia: Sampdoria in casa, Carpi in trasferta, Verona in casa e Frosinone in Ciocaria. Un filotto di vittorie avrebbe l’enorme potere terapeutico di cauterizzare l’emorragia di passione e sentimento che ormai affligge il popolo rossonero, restituire un minimo di dignità all’ex club più titolato al mondo e rilanciare i rossoneri nelle zone alte della classifica in vista di un mercato di gennaio che potrebbe garantire una risistemazione più omogenea della rosa. In caso contrario, gli strali dei tifosi cambierebbero inevitabilmente obiettivo e il povero Mihajlovic non avrebbe più nessuno disposto a difenderlo. Speriamo non si arrivi a tutto questo.
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