19 aprile 2024
Aggiornato 07:00
La versione della casa giapponese

Il manager Honda: «Vale ha torto. Ma lo rispetto»

Livio Suppo, l'anti-Valentino per eccellenza, traccia il suo bilancio del controverso finale di campionato: «Marc sarebbe stato folle a perdere apposta il Gran Premio di Valencia. Queste polemiche le ha create tutte Rossi. Ma ha comunque fatto una stagione pazzesca»

VALENCIA«So già qual è la vostra prima domanda. Ma anche stavolta non vi accontenteremo, mi spiace». I giornalisti di tutto il mondo, riuniti in una hospitality Honda gremita all'inverosimile per l'ultima conferenza stampa dell'anno del team principal Livio Suppo e del vicepresidente Shuhei Nakamoto, aspettavano solo una cosa: la telemetria di Sepang. Quella che la casa giapponese aveva promesso di rendere pubblica; quella che, secondo loro, avrebbe smentito la versione di Valentino Rossi, dimostrando il suo calcio a Marc Marquez. Invece, ancora una volta l'appuntamento è rimandato: «Stavolta non è una nostra scelta, bensì una precisa richiesta della Fim e di Dorna, per non buttare altra benzina sul fuoco, che noi rispettiamo – mette in chiaro Suppo – Ma prima o poi, quando lo riterremo appropriato, renderemo pubblici quei dati. Dicono che sia impossibile dimostrare il calcio di Valentino? Ma allora è impossibile anche dimostrare che Phillip Island sia stata una gara finta, che Marc non volesse superare Jorge qui a Valencia... La vita è fatta così. Ma secondo noi i dati sono chiari».

Proposta di tregua
Sono passate solo due settimane, ma sembra di parlare della preistoria. Da allora abbiamo vissuto il Gran Premio di Valencia, il titolo mondiale a Jorge Lorenzo, Marc Marquez accusato da Valentino di fare da «guardaspalle» al suo connazionale della Yamaha... E anche su questo punto Suppo ha qualcosa da dire: «Nel frattempo è accaduto qualcosa di ancora peggiore – prosegue il manager della Hrc – Non capisco come la gente non comprenda che Marc voleva disperatamente vincere questa gara. Lui è un ragazzo intelligente e sapeva bene che, se non fosse arrivato davanti a Jorge domenica, tutti avrebbero parlato di queste stupidaggini. Sarebbe stato un pazzo a perdere apposta. Nel parco chiuso non l'ho mai visto così deluso. Ora deve solo andare in vacanza e rilassarsi. Non deve aggiungere nient'altro: se gli credete, sono contento, altrimenti il tempo sarà gentiluomo. Non ha senso continuare a parlarne, io e Nakamoto gli crediamo al 100%. Ma sembra che in questo momento, qualsiasi cosa tocchiamo diventa un problema...». La Honda, insomma, continua a difendere a oltranza la versione del proprio pilota di punta. Eppure perfino Suppo, ritenuto l'anti-Valentino per eccellenza, cerca di tendere la mano al Dottore, come già ieri aveva fatto (almeno a parole) Marc Marquez: «Non credo di aver fatto nulla contro Valentino, ho solo espresso il mio punto di vista. Per me non ci sono problemi con lui. L'ho incontrato nella lounge dell'aeroporto, tornando da Indianapolis, e gli ho detto onestamente di avere oggi ancor più rispetto per lui di dieci anni fa. Non importa che abbia perso il titolo per cinque punti: il campionato che ha disputato in questa stagione è stato incredibile, è riuscito a cambiare il suo stile di guida in questi anni, venendo dalla classe 500 è stato capace di lottare con i giovani e di batterli quasi tutti. Quel che è successo con Marc non ha cambiato di una virgola la mia opinione su di lui. Ovviamente non possiamo essere contenti della situazione che si è venuta a creare, e che vi piaccia o no è stato lui a crearla, con le sue parole durante la conferenza stampa di Sepang. Spero davvero che capisca che la Honda e Marc non sono contro di lui. Abbiamo solo cercato di fare il nostro campionato. E se lui la pensa diversamente, mi spiace, ma non è così». A stretto giro, in serata, è arrivata la caustica risposta di Vale: «Vorrei sapere come fanno a dimostrare un calcio dalla telemetria. Ah, non la fanno vedere per il bene del motociclismo...».

Le basi del 2016
Quanto a Shuhei Nakamoto, il vicepresidente esecutivo non si lascia trascinare in polemiche spicciole. Preferisce gettare lo sguardo già al 2016, ovvero ai dati che sono emersi in questi due giorni di test preparatori. «Nel 2015 abbiamo sbagliato a deliberare le specifiche del motore dopo i test di Sepang, in cui il meteo era molto caldo e umido – analizza il tecnico giapponese – Così, quando siamo tornati a girare in condizioni normali, ci siamo ritrovati un propulsore troppo aggressivo. Stavolta non vogliamo ripetere gli stessi malintesi, perciò abbiamo iniziato a provare il nuovo motore con il telaio di quest'anno. Nel frattempo, però, dobbiamo trovare anche la messa a punto giusta per il nuovo software unico e per le gomme Michelin, perciò non sappiamo ancora se il propulsore 2016 vada bene o meno. I piloti non ci hanno ancora saputo dire se sia migliore o meno. Le differenze? Ha sempre quattro tempi, sei marce, una V a meno di 90 gradi... Come sapete, non rivelo mai i dettagli. Anche perché non li so». E sull'altra notizia di giornata, ovvero il presunto divorzio in vista con il loro collaudatore d'eccezione Casey Stoner? «Il contratto scade a fine anno. In condizioni normali penseremmo ad un rinnovo, ma non sono sorpreso nemmeno che lui parli con Ducati. Se si è arrabbiato per non aver potuto correre come wild card? Non lo so, forse la sua motivazione è questa. Dovete chiederlo a lui».