29 marzo 2024
Aggiornato 06:30
Lo scontro in MotoGP non si ferma

Tutta la Spagna attacca Valentino. Ma l'Italia lo difende

Il derby italo-spagnolo tra Rossi e il duo Marquez-Lorenzo si allarga alle due intere nazioni. Dalla parte degli iberici si schierano i giornali e perfino il premier Mariano Rajoy, mentre tutto il mondo sportivo nostrano fa scudo al Dottore

ROMA – Era cominciata come una volata mondiale tra Jorge Lorenzo e Valentino Rossi. Si è trasformata in un derby Italia-Spagna, quando ai duellanti si sono alleati i rispettivi connazionali Marc Marquez e Andrea Iannone. Ma dopo il clamoroso finale del Gran Premio di Malesia, il controverso contatto tra il Dottore e il pilota della Honda, e la penalità che costringerà Vale a partire dal fondo della griglia nell'ultima e decisiva gara di Valencia, lo scontro si è allargato ancora, fino a coinvolgere le due intere nazioni.

Scende in campo anche il presidente
Tutta la penisola iberica in queste ore sta facendo scudo ai suoi due beniamini: quel Lorenzo che tra due settimane si giocherà il titolo iridato in casa e anche quel Marquez che per aiutarlo si è fatto sbattere fuori. O meglio, per dirla con gli spagnoli, è stato sbattuto fuori da una manovra scorretta di Valentino Rossi. I quotidiani sportivi locali, infatti, non hanno dubbi sulle responsabilità dell'incidente: anzi, il loro racconto sulla presunta antisportività del campione di Tavullia si spinge perfino oltre, alle schermaglie avvenute fuori pista nel dopo-gara. Marca, il giornale specializzato più autorevole della Spagna, tira fuori la storia secondo cui Rossi avrebbe dato del «bastardo» a Marquez quando lo ha incrociato per la prima e unica volta in direzione gara. Peccato che nel video che ritrae quella scena, fatto circolare sul web, non ci sia traccia di quella frase, ma solo dell'ironico complimento «Bella gara!», a cui Marc ha risposto con gli stessi toni: «Bel calcio!». Ma intanto la difesa d'ufficio ai centauri spagnoli e l'attacco a Valentino ha coinvolto tutto il popolo spagnolo: a tal punto che perfino il premier Mariano Rajoy si sente in dovere di schierarsi twittando inequivocabilmente «il nostro appoggio a Marquez, nello sport come in politica non vale tutto». Una stoccata indirettamente rivolta anche al presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi, che però per la prima volta su Twitter decide invece di tacere: avrebbe solamente telefonato al centauro pesarese durante il suo viaggio istituzionale in Perù.

Papà Graziano grida al complotto
Al posto suo, però, parla compatta tutta l'Italia dello sport. Il primo a tuonare è stato il presidente del Coni Giovanni Malagò: «La poca sportività dimostrata da Marquez dimostra come le dichiarazioni della vigilia di Rossi fossero assolutamente vere – ha dichiarato a margine di un convegno – Così facendo si è falsato il Mondiale e questo non lo trovo giusto. Sono particolarmente vicino a Valentino e lo abbraccio forte». Ad arricchire l'analisi con qualche retroscena ci ha pensato poi Graziano Rossi, padre di Valentino. Che butta benzina sul fuoco della tesi del complotto: «Gli organizzatori di questo sport sono spagnoli, e hanno lasciato che Marquez continuasse a ostacolare Valentino come aveva già fatto in Australia: un fatto gravissimo. In Australia Marquez aveva due obiettivi, cercare di vincere e non far vincere Valentino. Mio figlio aveva denunciato questo comportamento, ma gli spagnoli hanno fatto finta di niente. Oggi Marquez correva soltanto per non far vincere Valentino. Nella ginocchiata non c'è stato alcun dolo, lo si capisce benissimo dalle immagini. E poi, assicuro, nessun pilota, mai, vuole far cadere un altro pilota. Sono onesti, sanno quanto fa male, quanto si rischia».

Solo Biaggi tace
Cuore di papà, penserà qualcuno, ma non è così: della stessa opinione sono anche molti altri addetti ai lavori, storicamente non simpatizzanti con Valentino Rossi. Come l'ex pilota Loris Reggiani: «Abbiamo assistito allo squallido teatrino di Marquez in Malesia, dopo che due giorni prima aveva dichiarato che era sorpreso dalle parole di Valentino e che non si sarebbe mai messo in mezzo a una faccenda tra altri due piloti – scrive – Che falso, nemmeno il coraggio di dire quello che pensa veramente. Avevo una enorme stima e simpatia per Marquez fino a ieri, da oggi lo considero un poveretto, un bambino delle scuole elementari che fa i dispetti al compagno che gli sta antipatico. Solo che qua si gioca con la vita. Marc ha messo in scena due delle pagine più antisportive che abbia mai visto da quando seguo questo sport. Una condotta di gara come la sua la accetto già poco se ci si sta giocando il proprio Mondiale, ma per quello di un altro proprio no, mi fa schifo! E la cosa ancora peggiore, è che Marquez queste cose non le fa per far vincere qualcuno, ma per far perdere qualcun altro». L'unico che proprio non se la sente di schierarsi è lo storico nemico di Vale, Max Biaggi, che si limita a twittare: «Bel successo di Pedrosa, bravo e freddo Lorenzo. Del resto... meglio non parlarne!».

Pioggia di firme
In compenso, tutti gli altri connazionali sembrano essersi schierati senza indugio con il loro campione: in poche ore sul web sono nate oltre trenta petizioni che chiedono alla Federazione motociclistica internazionale di cancellare la penalità a Valentino Rossi «in modo che si possa continuare il campionato in tutta onestà, in condizioni di parità», la più importante delle quali ha già raccolto oltre 200 mila firme. Comunque vada, a Valencia il Dottore sarà atteso ad un'impresa quasi impossibile: non solo perché dovrà partire dall'ultima piazzola della griglia di partenza, ma perché si troverà contro Lorenzo, Marquez, gli spagnoli in generale e quindi pure l'organizzazione della MotoGP. Eppure non ha ancora perso. Perché a spingere la sua moto ci sarà tutta l'Italia.