29 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Festa tricolore in MotoGP

Non solo Valentino: il podio di Silverstone è tutto italiano

Secondo nel Gran Premio di Gran Bretagna è Danilo Petrucci, al termine della gara della vita con la Ducati privata del team Pramac. Sul terzo gradino sale la Desmosedici ufficiale di Andrea Dovizioso, a completare la top 3 nostrana

SILVERSTONE – Proprio nel centro del podio tutto italiano al Gran Premio di Gran Bretagna ha trovato posto l’outsider. Danilo Petrucci è entrato per la prima volta nella sua carriera nella top 3 di una gara di MotoGP, al termine di una strepitosa rimonta dal 18° al secondo posto sul bagnato: «È  stato incredibile – ha sorriso – Sinceramente speravo nella pioggia perché ieri le qualifiche erano andate malissimo». La pioggia in effetti è arrivata e l’italiano ha saputo sfruttarla: al termine del primo giro era già nono e poco dopo ha iniziato a superare anche top rider del calibro di Dani Pedrosa e Jorge Lorenzo. Senza timore di rischiare: «Se mi fossi scontrato con Jorge, non so cosa avrebbe potuto fare dopo la gara: la sua reazione mi spaventava di più dell’incidente! – scherza il pilota della Pramac – Perciò ho cercato di tenere le distanze da lui, ma alla fine tutto è andato bene». Il ducatista clienti è arrivato addirittura a un secondo e mezzo da Valentino Rossi, e solo a quel punto la testa ha avuto la meglio: «Quando mi sono reso conto che ero sul podio avevo paura di cadere, perché sul bagnato non si sa mai quale sia il limite. Poi Marquez è cascato e io mi avvicinavo sempre di più a Valentino. Temevo di andare troppo forte perché di solito non si riesce a guadagnare terreno su di lui così rapidamente. E non è una situazione troppo comoda; di solito, quando ci alleniamo al ranch, in battaglia lui ha sempre qualcosa in più: la settimana scorsa ci siamo toccati in curva e ho pensato che quella era l’ultima volta in cui ci saremmo allenati insieme. Non volevo ripetere quella situazione, specialmente perché ero soddisfatto di questo grande risultato. A due giri dalla fine avevo già costruito un piccolo margine su Dovi alle mie spalle; all’ultimo giro penso di aver sbagliato ogni curva. All’ultima ho iniziato a ridere e a pensare: ‘Ora mi sveglio nel mio letto’. Sono felicissimo».

Sul podio anche la Ducati ufficiale
Altrettanta soddisfazione si respira nel team ufficiale Ducati, che torna sul podio al termine di una lunga striscia negativa, anch’egli grazie ad un’entusiasmante rimonta in gara: «Sono veramente contento del terzo posto e voglio dire grazie alla mia squadra, perché stiamo davvero lavorando tanto per cercare di ritornare competitivi – commenta Desmodovi – Quella di oggi non è stata una giornata facile per tanti motivi: partivamo dalla quarta fila e io ho rischiato di cadere al via perché la gomma posteriore ha perso aderenza improvvisamente e mi sono ritrovato molto indietro. Nonostante questo sono riuscito a recuperare bene, arrivando anche in seconda posizione. È stata una gara davvero dura, con Petrucci è stata una bella battaglia e sono contento anche per il suo ottimo risultato. Alla fine stavamo prendendo tanti rischi sorpassandoci a vicenda, e in questo momento era troppo importante per noi tornare sul podio, per cui alla fine ho pensato soprattutto a difendere il terzo posto». Più difficile si è rivelata la gara di Andrea Iannone, che ha chiuso solo ottavo puntando più sulla regolarità che sui sorpassi: «Non è stato un weekend troppo positivo dal punto di vista del risultato finale, ma almeno in classifica mi sono riavvicinato molto alla terza posizione – dichiara il pilota di Vasto – Abbiamo incontrato un po’ di difficoltà durante tutti e tre i giorni e la mia moto non era facile da gestire a causa delle buche sul tracciato, che ci hanno creato molti problemi. In gara ho fatto particolarmente fatica con il posteriore negli inserimenti in curva e soprattutto all’inizio ero molto lento. Poi, con il passare dei giri, ho diminuito il freno motore e la situazione è un po’ migliorata, ma non sono mai riuscito a trovare la costanza per girare come avrei voluto».