Ecclestone: «Montezemolo? In F1 non comanderà mai»
L'ex presidente della Ferrari avrebbe potuto succedere all'attuale patron sulla poltrona più alta del campionato del mondo. Ma non ce l'ha fatta: «Non avrebbe mai accettato di studiarsi ogni giorno pile e pile di documenti», svela Bernie
ROMA – Luca Cordero di Montezemolo è stato in corsa per diventare l'uomo più potente della Formula 1, ma alla fine ha fallito: colpa dei suoi limiti caratteriali e lavorativi. È l'ultima rivoluzione di Bernie Ecclestone, storico patron della massima categoria dell'automobilismo, sul 67enne manager italiano, per lungo tempo presidente della Ferrari, che ha lasciato Maranello alla fine della scorsa stagione a causa dei conflitti con il suo successore Sergio Marchionne, ed oggi dirige la compagnia aerea di bandiera Alitalia oltre al comitato per la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024. Secondo quanto il numero uno dell'automobilismo sportivo ha narrato ai microfoni del quotidiano Times, Montezemolo sarebbe stato «un buon frontman» per questo sport.
Inadatto a fare il patron
Eppure questa sua caratteristica non era abbastanza: «Il problema è che lui è un ottimo leader, ma non è un uomo abituato a mettere le mani sulle questioni, a lavorarci giorno per giorno – racconta l'84enne magnate britannico – Non avrebbe mai affrontato pile di documenti. Luca avrebbe preso il primo foglio e avrebbe deciso che non ci voleva avere nulla a che fare. Ma tutte queste questioni vanno affrontate e non so se Luca avrebbe voluto farlo». Eppure Montezemolo è stato a lungo in pole position per diventare il nuovo presidente del consiglio di amministrazione della Formula 1, per la precisione nel periodo in cui l'attuale presidente, Peter Brabeck-Letmathe, aveva gravissimi problemi di salute che sembravano inguaribili: «Peter ora sta bene – prosegue Ecclestone – ma Luca sarebbe stato il presidente se Peter avesse dovuto dimettersi. Per questo lavoro era l'uomo giusto: è un ottimo testimonial per qualsiasi sport o business».
Ma che presidente è?
Il ritratto dello storico presidente della Ferrari che si desume dalle parole di un uomo che lo conosce da vicino, oltre ad essere suo collega, non si può certo definire dei più lusinghieri. Quella che ne viene fuori è la figura di un uomo immagine, più che di un professionista; di una persona che ama far parte dei salotti che contano, piuttosto che spaccarsi la testa studiando tutti i giorni le vicende operative della sua azienda. Sarà per questo che, sotto la sua presidenza, la Ferrari era precipitata negli ultimi anni in una crisi di risultati sportivi di cui non si intravedeva la fine? Dopo aver letto le velenose, per quanto affettuose, dichiarazioni di Bernie Ecclestone, sembra sempre più difficile dare torto alla decisione di Sergio Marchionne di procedere all'avvicendamento sulla poltrona più alta del Cavallino rampante. Forse, Montezemolo dovrebbe piuttosto convincersi a dedicarsi al suo eterno amore mai sbocciato: la politica...
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