19 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Calcio | Serie A

Galliani frena Berlusconi, Inzaghi è salvo

Al termine di una domenica convulsa, caratterizzata da riunioni, telefonate, riflessioni in seno alla dirigenza rossonera la decisione è stata quella di lasciare Pippo Inzaghi al suo posto ancora per un’altra settimana. E lunedì il Milan va al Franchi contro la Fiorentina.

MILANO - Più che confermato alla guida tecnica del Milan, Filippo Inzaghi è stato non ancora esonerato, per ora. È questo il responso al termine della lunghissima domenica che ha seguito il pareggio casalingo contro il Verona. La lunga domenica di riflessioni in casa milanista, di analisi dei pro e i contro, di verifica delle alternative credibili, di approfondimento sui reali colpevoli di questa situazione ormai insostenibile, si è conclusa non la scelta di non procedere all’esonero di Pippo Inzaghi.
In pratica al Milan hanno deciso di non decidere, ancora. 

BERLUSCONI CONVINTO DA GALLIANI - L’abile orchestratore di questa manovra di stabilità è stato ancora una volta Adriano Galliani, colui che aveva voluto fermamente Inzaghi sulla panchina del Milan e che - fosse dipeso da lui - l’avrebbe insediato su quel trono scomodo anche per il dopo-Allegri invece di Clarence Seedorf.
Da convincere c’era Silvio Berlusconi che aveva dato già dopo il triplice fischio di Milan-Verona abbondanti segni di insofferenza di fronte a questa ennesima battuta d’arresto dell’armata brancaleone guidata da Inzaghi. Le cronache raccontano di un presidente infuriato per la pessima prestazione della squadra, ma soprattutto per alcune discutibili scelte del tecnico rossonero. Al numero uno rossonero non era infatti andata giù la scelta di lasciare in panchina Destro, ma meno che mai la decisione di sostituire il centravanti di riserva Pazzini, con un difensore centrale, Bocchetti, tra l’altro il principale colpevole del frittatone rossonero al 95’ che ha regalato il pareggio al Verona.
Alla fine comunque Galliani ha vinto e Inzaghi ha mantenuto il posto, almeno per un’altra settimana.

PER ORA NON SI CAMBIA - La soluzione conservativa voluta - per il momento - della società poggia su una realtà incontrovertibile: ormai la stagione è andata e non c’è a disposizione nessun tecnico in grado di poter risollevare il Milan da questo stato catatonico in cui è precipitato, anche per colpa del suo inesperto allenatore. L’unica soluzione credibile per il cambio in panchina si chiama Christian Brocchi, attuale tecnico della Primavera, che di sicuro quanto ad esperienza non sta meglio di Inzaghi. Inoltre mettendo l’ex centrocampista di Lazio e Milan alla guida di questa barca che fa acqua da tutte le parti si correrebbe il serio rischio di bruciare anche lui, e sarebbe il terzo consecutivo dopo Seedorf e Inzaghi.

PROSSIMA SFIDA, INZAGHI CONTRO MONTELLA - E allora meglio contare su quello che i tifosi preferiscono ricordare come SuperPippo, a maggior ragione visto che in programma per il Milan c’è una delicata trasferta a Firenze, ideale banco di prova per chi non ha più nulla da perdere. Oggi come oggi la Fiorentina è una delle squadre più in forma del campionato e una sconfitta si può mettere in conto. Decisivo però per Inzaghi sarà l’approccio della squadra al match e l’atteggiamento di un gruppo apparso nelle ultime settimane troppo remissivo.
Di fronte ci sarà proprio quel Montella a cui Silvio Berlusconi sembra voler consegnare le chiavi del nuovo Milan per la prossima stagione.
Si annuncia una sfida vibrante giocata sul filo dei nervi, vincerà chi riuscirà a mantenerli saldi.