18 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Calciomercato

Mourinho: per il Real mercato austero, però vogliamo Khedira

«Voglio essere il primo allenatore a vincere i tre campionati più importanti»

MADRID - Niente grandi stelle del calcio mondiale per il Real Madrid in questo mercato, parola di José Mourinho, neoallenatore dei madrileni che in una intervista all'agenzia Lusa spiega: «Non saremo i campioni del mercato, non faremo contratti ai migliori giocatori del mondo, non faremo contratti ai giocatori più cari». Come a dire, basto io con la squadra che c'è, e però aggiunge: il Real effettivamente è interessato al tedesco Sami Khedira (Stoccarda e grande prova ai Mondiali) e comunque è a caccia di un centrocampista e di un difensore.

L'intervista di Mou è programmatica: il Real vuole spodestare dal trono della Liga il Barcellona, che è «la migliore squadra del mondo» e intende muoversi sul mercato «con equilibrio e cautela, senza drammi nè passioni». E l'acquisto di Angel Di Maria allora? Sì, «è stato un po' caro, ma è un ragazzo di vent'anni con grande potenziale».

Lui, che arriva al Real avendo vinto l'anno scorso con l'Inter lo scudetto, la Champions e la Coppa Italia, ha già tracciato l'era Mourinho al Real. «Cambieremo un po' la filosofia della squadra, ci dedicheremo a cercare giocatori con meno status e più spazio per il processo di training», insomma gente da plasmare col marchio Mou: come appunto Di Mario, Sergio Canales e Pedro León.

Mourinho vuole entrare nella storia come il primo a vincere la Champions con tre squadre differenti (il Real dunque dopo Oporto e Inter). E poi vuole essere il primo a vincere «i tre campionati più importanti del mondo»: leggasi quello inglese e quello italiano (già fatto) e quello spagnolo appunto. Perché non c'è riuscito nessuno, e si fa i suoi calcoli: «Fra gli allenatori ne abbiamo vinti due solo io, Ancelotti e Capello».

Tranquillo, come sempre: «le critiche non mi preoccupano, i miei titoli parlano per me». Ma un paletto lo mette: «di solito il massimo del successo arriva nel secondo anno». Come gli accadde all'Oporto e al Chelsea; fosse mai che i madrileni sognino troppo, e sperino che ripeta in un anno solo la parata di successi conquistati a Milano.