26 aprile 2024
Aggiornato 18:30
I consigli del dottor Luca Roasio

Convulsioni febbrili, il pediatra spiega come intervenire d’urgenza

I consigli del dottor Luca Roasio per riconoscere i sintomi delle convulsioni febbrili e intervenire con la massima urgenza

Le convulsioni febbrili sono una manifestazione neurologica severa, importante, che spaventa molto i genitori – spiega il dottor Luca Roasio, medico chirurgo specializzato in pediatria. Sono tipiche di una certa età del bambino e di una certa minoranza che riguarda una piccola percentuale di bambini.

Quando si manifestano
«In occasione della febbre – non alta, ma febbre in generale – alcuni bambini manifestano un insieme di sintomi neurologici che somigliano molto alle classiche convulsioni da crisi epilettiche. Innanzitutto perde conoscenza, ha gli occhi indietro, diventa rigido per alcuni secondi e, successivamente, presenta delle scosse alle braccia e alle gambe. Il tutto può durare 30 secondi, un minuto o alcuni minuti. Quindi, si tratta di una situazione abbastanza critica», continua il dottor Roasio.

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    Luca Roasio a Diario Salute TV: «Se un bambino è sano e non ha problemi di salute, non richiede alcuna terapia specifica antivirale».

Non è colpa della febbre alta
«Prima di tutto togliamoci l’ansia della febbre. Perché noi possiamo anche somministrare l’antipiretico al momento giusto, ma se il bambino è a rischio di convulsioni febbrili, nulla lo può impedire. Quindi, è fondamentale rispettare le dosi e i tempi per la somministrazione dell’antipiretico. Inoltre, non è il picco di febbre che scatena la convulsione febbrile: non esiste nessuna correlazione tra i livelli di temperatura e il rischio di convulsioni. Queste, infatti, possono manifestarsi nella fase di salita della febbre, come nella fase di discesa».

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    Il dottor Luca Roasio a Diario Salute TV «Per comprendere se si tratta di sesta malattia, è fondamentale avere un’osservazione vigile per tre giorni».

L’importanza delle informazioni
«Tutti i pediatri di base dovrebbero fornire informazioni su questo aspetto, offrendo quando possibile, del materiale informativo da lasciare ai genitori».

L’intervento d’urgenza
«Quindi, togliamoci l’ansia della febbre, ma nel momento in cui ci troviamo ad affrontare la convulsione febbrile, bisogna immediatamente mettere del ghiaccio a livello dell’inguine. Qui passano dei grossi vasi e quindi l’abbassamento della temperatura è più immediato. Se possibile, somministriamo l’antipiretico e chiamare immediatamente il 118. È importante, infatti, nel momento in cui compare la crisi, fare la chiamata di emergenza affinché il 118 possa occuparsi di gestire il tutto. Anche se va detto che nella maggior parte dei casi, all’arrivo del 118, il piccolo ha già cessato la crisi ed è già entrato nella fase post critica. Tuttavia, è comunque importante, alla comparsa dei primi sintomi: perdita di conoscenza, rigidità e, successivamente le scosse, chiamare subito i soccorsi», conclude il dottor Luca Roasio.