19 aprile 2024
Aggiornato 16:00
Il voto al Senato

La maggioranza inciampa, ma lo scontro è tutto interno alle opposizioni

Ignazio La Russa viene eletto a sorpresa alla Presidenza del Senato, nonostante la non partecipazione al voto di Forza Italia, grazie al «soccorso» a sorpresa di una ventina di voti di opposizione.

Enrico Letta e Matteo Renzi
Enrico Letta e Matteo Renzi Foto: Agenzia Fotogramma

La maggioranza inciampa, ma lo scontro - almeno quello alla luce del sole - è tutto interno alle opposizioni. Ignazio La Russa viene eletto a sorpresa, nonostante la non partecipazione al voto di Forza Italia, grazie al «soccorso» a sorpresa di una ventina di voti di opposizione. Un 'aiutino' che permette al dirigente di Fdi di essere eletto al primo voto e che, appunto, scatena una raffica di accuse incrociate tra M5s, Pd e Azione-iv.

Nel mirino finiscono subito i centristi, indicati più o meno esplicitamente come i responsabili dell'operazione. Accuse subito rispedite al mittente da Carlo Calenda e Matteo Renzi che usano i numeri per negare ogni responsabilità. I voti 'di minoranza' arrivati a La Russa sono infatti circa 17-18 e il gruppo Azione-Iv a palazzo Madama è composto solo da 9 senatori. Ma la sottolineatura non basa a placare la rissa e per il Nazareno «Renzi colpisce ancora, sembra il sequel del Ddl Zan».

Di sicuro, Enrico Letta esclude «totalmente» che possano esserci stati anche voti Pd a sostegno di La Russa, il segretario democratico definisce «irresponsabile oltre ogni limite il comportamento di quei senatori che hanno scelto di aiutare dall'esterno una maggioranza già divisa e in difficoltà». Soprattutto, aggiunge, «il voto di oggi al Senato certifica tristemente che una parte dell'opposizione non aspetta altro che entrare in maggioranza». Accusa che nelle scorse settimane era stata spesso rivolta ai centristi da diversi esponenti Pd e M5s. Anche i 5 stelle, infatti, attaccano: «Primo giorno di legislatura e per qualcuno è già cominciata la finta opposizione fatta dei soliti giochini di palazzo».

Più di un dirigente Pd, poi, spiega: «E' chiaro che i voti sono dei centristi. Se ai loro nove si aggiungono i senatori a vita - che votano il candidato presidente quasi in automatico - e quelli delle autonomie e del misto, arriviamo giusto ai 17-18 che hanno permesso di eleggere La Russa». Secondo i conti Carlo Calenda non ci sta e polemizza con Letta sulla «irresponsabilità». Dice il leader di Azione: «Si Enrico. La tua. Noi diciannove voti non li abbiamo. E siccome queste cose si vengono sempre a sapere alla fine, ti consiglio di cancellare questo tweet. Invecchierà male». E Renzi aggiunge: «Non siamo stati noi, avrei rivendicato con orgoglio. Noi nove abbiamo votato scheda bianca, l'elezione di La Russa nasce da un regolamento di conti interno alla destra e prima ancora dalla folle strategia delle alleanze del Pd e di Enrico Letta».

Parte addirittura la corsa a rivedere i filmati delle votazioni, si calcolano i tempi che ciascun senatore impiega nella cabina elettorale, i centristi dicono che i voti sarebbero arrivati da Pd e M5s. Una sorta di «Var» del Senato, per cercare di individuare i sospetti «soccorritori». E, dopo aver guardato e riguardato le immagini, un parlamentare Pd commenta: «Renzi è sfacciato, si è fermato a lungo in cabina». Non solo, i «sospetti» al «Var», secondo il parlamentare Pd, sarebbero 5 di Iv, 1 di Azione, 2 dei Verdi-Sinistra, 8 M5s area Patuanelli, 1 del Maie, 3 senatori a vita e un senatore del misto.

Voci, che ovviamente sono impossibili da verificare, perché è difficile stabilire se qualcuno si à trattenuto un po' di più perché stava scrivendo il nome di La Russa sulla scheda o, magari, perché gli è caduto il telefono mentre era in cabina. Di sicuro, il Pd pare intenzionato a proporre un nome di bandiera per domani, quando si eleggerà il presidente di Montecitorio. Di sicuro, quel coordinamento delle opposizioni invocato dal Pd sembra sempre più lontano.

(con fonte Askanews)