19 marzo 2024
Aggiornato 15:00
Scuola di Formazione politica della Lega

Matteo Salvini: «Spetterà solo a Ucraina e Russia decidere cosa chiedere e pretendere»

Il leader del Carroccio sul conflitto in Ucraina: «Scopo della Lega contribuire a creare tavolo per trattare. Al Governo per portare l'Italia fuori dalla guerra. Io provoco? Se Di Maio chiama animale qualcuno...»

Matteo Salvini, leader della Lega
Matteo Salvini, leader della Lega Foto: Massimo Percossi ANSA

«Al tavolo negoziale si siederanno Ucraina e Russia e spetterà a loro, solo a loro, decidere cosa chiedere». Lo ha ribadito il leader della Lega, Matteo Salvini, parlando del conflitto in Ucraina durante il suo lungo intervento alla giornata conclusiva della settima edizione della Scuola di Formazione Politica del partito.

«Se la pace arriva domani mattina, i posti di lavoro oltre che le vite - che ovviamente sono le cose più importanti - si salvano», ha detto, «Se qualcuno spera o immagina che la guerra vada avanti a giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre, dicembre lascerà macerie e disastri. La pace vale tutto, guardate il povero Berlusconi quanto è stato attaccato per aver osato parlato di pace. La linea della Lega è molto semplice: al tavolo negoziale si siederanno Ucraina e Russia e spetterà a loro, solo a loro, decidere cosa chiedere e cosa pretendere, che cosa aggiungere e che cosa togliere. Senza intromissioni esterne. Ecco, il mio impegno è creare questo tavolo: perché una trattativa senza tavolo, con i missili che ti passano sopra la testa, è difficile da pensare».

«Con 40 miliardi di armi è complicato parlare di pace»

E' chiaro, ha proseguito Salvini, «che se qualcuno mette 40 miliardi di dollari di armi sul tavolo è complicato parlare di pace... la prossima settimana siamo al terzo mese di guerra, con alcune decine di migliaia di morti e con una conseguenza di cui si parla poco. Ripeto, al di là dei morti che sono la cosa più devastante. Ucraina e Russia producono più della metà del grano che fa mangiare e sopravvivere il continente africano e siccome questo è il periodo del raccolto e della semina».

Evidentemente, ha sottolineato Salvini, «in questo momento in Ucraina e in Russia di tutto stanno facendo fuorché raccogliere e seminare. E se non semini adesso, non puoi raccogliere a settembre. Ci sono migliaia di tonnellate di grano ferme su terra e su nave e ci sono paesi con centinaia di milioni di abitanti - penso all'Egitto, al Senegal e alla Namibia, come a tutto il centro Africa - che rischiano la fame e la fuga per fame nelle prossime settimane. Parliamo di 200 milioni di persone».

«Al Governo per portare l'Italia fuori dalla guerra»

«oi a livello nazionale ci stiamo sacrificando e facendo questo percorso di governo con alleati impegnativi, spesso sleali, però per portare l'Italia fuori dalla pandemia e fuori dalla guerra. Una volta, pensate come cambia il mondo, c'era la sinistra - ha continuato il leader del Carroccio - che voleva il cessate il fuoco, voleva la pace e aborriva ogni tipo di guerra e di armi, adesso siamo noi sostanzialmente fra i pochi chiedono pace, pace, pace. Perché la pace in Ucraina e Russia significa salvare vite là e posti di lavoro. Quindi quelli che parlano di armi e di guerra non sanno di cosa parlano e fanno il male di quei popoli e delle nostre lavoratrici e dei nostri lavoratori».

«Io provoco? Se Di Maio chiama animale qualcuno...»

«Il ministro Di Maio ha poco da offendersi, quando il capo della tua diplomazia da dell'animale ad una delle parti in conflitto ha un atteggiamento poco diplomatico. Facesse il ministro degli Esteri». Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini commentando un passaggio dell'intervista di Luigi Di Maio a La Stampa in cui il ministro degli Esteri lo ha definito un «provocatore seriale».

Per Salvini comunque, «è chiaro che c'è qualcuno che ha aggredito e qualcuno che è stato aggredito, bisogna avere chiaro chi si difende e chi aggredisce». Ma «dobbiamo trovare ciò che unisce - ha continuato - non ciò che divide. Noi ci stiamo lavorando, il tema della pace dovrebbe unire. Sono contento che Draghi parli di pace e non di conflitto, però bisogna fare di più».

«La pace - ha aggiunto Salvini - bisogna costruirla e con i missili che volano non è facile». Di Maio, ha detto ancora, «mi ha definito un provocatore seriale solo perché ho osato nel dibattito dire che per un cessate il fuoco bisogna mettere al tavolo le due parti in conflitto».