31 marzo 2023
Aggiornato 09:00
L'intervista

Speranza: «Dopo l'ok dell'EMA partirà vaccinazione anche per i bambini»

Il ministro della Salute a Che tempo che fa per fare il punto sulla situazione Covid: «In Italia numeri migliori del resto d'Europa, ma è necessario mantenere alta l'attenzione»

Il Ministro della Salute, Roberto Speranza
Il Ministro della Salute, Roberto Speranza Foto: Filippo Attili Palazzo Chigi

«Noi aspettiamo un pronunciamento ufficiale di Ema, che pensiamo possa arrivare nelle prossime settimane e che darà probabilmente il via libera alla vaccinazione nella fascia di età tra i 5 e gli 11 anni appena questo pronunciamento sarà ufficiale noi come autorità sanitaria del paese quindi a partire da Aifa, daremo indicazione di procedere anche a questo tipo di vaccinazione», lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza a Che tempo che fa su Rai3.

«In queste ore - ha aggiunto - c'è un confronto con i rappresentanti della società scientifica di pediatria e i rappresentanti dei pediatri di libera scelta per accompagnare questa decisione anche con una capacità di dialogo con le famiglie».

«Io penso - ha sottolineato Speranza che questo sia corretto, ma se come crediamo sia molto probabile l'indicazione di Ema e di Aifa sarà nella direzione di andare avanti con questa vaccinazione, noi sicuramente inizieremo anche quest'altro pezzetto di campagna nel nostro Paese» soprattutto «per proteggere quelle persone. Anche oggi ci arrivano notizie di persone sotto i 12 anni in terapia intensiva. I più piccoli non sono esenti dai rischi del covid. Se c'è un'autorizzazione che dice che possiamo vaccinarli abbiamo l'obbligo morale di farlo e proteggerli».

«Quale Natale sarà? Dipende da noi»

Quale Natale sarà? «Dipende da noi». È la risposta del ministro della Salute Roberto Speranza, riguardo al rischio di restrizioni a fronte della quarta ondata della pandemia da Covid-19.

A Che tempo che fa su Rai3 Speranza ha sottolineato: «Dobbiamo fa rispettare fino in fondo le norme sul green pass, che ci sta permettendo di tenere bassi i numeri, perché consente di rendere più sicuro un luogo e ha avuto stimolo per nuove dosi». «In questa fase di recrudescenza è importante rispettare tutti i comportamenti corretti» e soprattutto «l'uso della mascherina», ha sottolineato il ministro, ricordando che non è obbligatoria solo al chiuso ma anche all'aperto quando c'è il rischio di assembramento.

Quindi come sarà il Natale «dipende da noi, come abbiamo imparato in questi mesi l'indice Rt che ci sarà tra 10 giorni o l'incidenza del contagio non è già deciso, dipende da noi e i due fattori essenziali sono la campagna di vaccinazione e quindi anche la dose di richiamo e l'uso di tutte le modalità comportamentali corrette che ci possono aiutare».

«Appello a vaccinarsi, ci aspetta periodo non facile»

«Voglio rifare un appello a favore della vaccinazione, basta vedere i numeri che ci vengono da ogni angolo del mondo, la vera differenza, la differenza fondamentale la fa il tasso di vaccinazione», lo ha detto il ministro commentando il quadro epidemiologico della quarta ondata della pandemia da Sars-Cov-2.

«I numeri dell'Italia sono molto positivi - ha aggiunto - fino a stasera siamo arrivati all'86,75% di persone vaccinabili (la popolazione sopra i 12 anni) che hanno fatto la prima dose e siamo arrivati all'84,12% che ha già completato il ciclo vaccinale». E questi «sono alcuni dei numeri migliori a livello europeo e a livello mondiale, ma non dobbiamo accontentarci, dobbiamo insistere perché ogni vaccino in più ci consente di avere uno scudo più solido rispetto alle settimane non semplici che sono all'orizzonte».

«Chi si ammala va curato anche se non vaccinato»

Singapore ha deciso di non curare chi si ammala avendo volontariamente deciso di non vaccinarsi contro il Covi, in Italia è possibile una simile strette? No, e lo dice la Costituzione: lo ha chiarito il ministro della Salute Roberto Speranza. «Chi non si vaccina non aiuta se stesso e non aiuta gli altri, non aiuta il nostro Paese, non c'è oggettivamente alcun dubbio. Io sono stato dall'inizio insomma uno di quelli che più ha spinto sulla campagna di vaccinazione», ha detto il ministro a Che tempo che fa su Rai3, aggiungendo che «continuiamo comunque ad avere delle persone che fanno la prima dose, sono state per esempio 18.500 nella giornata di venerdì gli italiani che hanno deciso di fare la prima dose. Li voglio ringraziare, sono arrivati tardi ma vuol dire che hanno superato una paura, vaccinarsi è davvero fondamentale».

Quindi «ho una posizione molto netta al tempo stesso penso che la nostra Costituzione ci dia un messaggio che per me non è negoziabile e non può essere messo in discussione: il nostro è un sistema universalista se una persona sta male, si cura e non può essere una condizione che è quella del non vaccinato a metterci nella situazione di non curare questa persona o di trattarla diversamente».

Quello che è stato deciso a Singapore quindi è «oltre i limiti della nostra Costituzione, una Costituzione che io condivido e difendo profondamente». Secondo Speranza vanno per persuadere chi non si è vaccinato vanno usati «tutti gli strumenti dell'evidenza scientifica e della persuasione». Ma «chi è ammalato si cura, non può contare se sei vaccinato o meno».