18 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Il G20 di Roma

La sfida di Mario Draghi al G20

Dall'impegno per limitare i cambiamenti climatici a una gestione multilaterale della lotta al Covid e alle future pandemie, dalla costruzione di un nuovo sviluppo sostenibile fino alla questione afghana

Il Presidente americano, Joe Biden con il Presidente del Consiglio, Mario Draghi
Il Presidente americano, Joe Biden con il Presidente del Consiglio, Mario Draghi Foto: Filippo Attili Palazzo Chigi

Il G20 di Roma che si apre è la grande scommessa internazionale di Mario Draghi, l'occasione per affermare la sua leadership europea dopo l'uscita di scena di Angela Merkel. Ma è una scommessa rischiosa, con una elevata possibilità di insuccesso. Gli sherpa italiani sono al lavoro sul documento finale, ma è lo stesso presidente del Consiglio in campo per vincere la partita. Draghi ha avuto i primi bilaterali, a partire da quello con il presidente americano Joe Biden e con il primo ministro indiano Modi.

A Roma non saranno invece presenti il presidente cinese Xi Jinping né quello russo Vladimir Putin. Draghi li ha sentiti nelle scorse settimane, consapevole dell'importanza di Pechino e Mosca per la buona riuscita del vertice. Alla fine il programma è stato modulato tenendo conto dei fusi orari, per permettere ai due leader (rappresentati in Italia dai rispettivi ministri degli Esteri) di intervenire.

Le priorità e gli obiettivi posti dalla presidenza italiana sono ambiziosi: dall'impegno per limitare i cambiamenti climatici a una gestione multilaterale della lotta al Covid e alle future pandemie, dalla costruzione di un nuovo sviluppo sostenibile fino alla questione afghana. Proprio il clima e il coordinamento sanitario sembrano essere gli aspetti su cui sarà più difficile trovare una soluzione. Al gruppo dei 20 Grandi appartengono Paesi che hanno un differente livello di sviluppo e prospettive economiche diverse (la Cina, la Russia, ma anche l'India, per fare alcuni esempi) e senza di loro ogni accordo sarebbe sostanzialmente inutile.

«Senza il coinvolgimento delle maggiori economie mondiali - ha ricordato Draghi nei giorni scorsi parlando in Parlamento - non potremo rispettare gli accordi di Parigi e contenere il riscaldamento globale entro un grado e mezzo. L'Unione europea è responsabile di appena l'8% delle emissioni globali. I Paesi del G20 nel loro complesso ne producono circa tre quarti del totale. La crisi climatica può essere gestita solo se tutti i principali attori globali decidono di agire in modo incisivo, coordinato e simultaneo». La trattativa (in salita) è dunque sulla calendarizzazione degli step necessari alla riduzione delle emissioni e l'obiettivo, secondo quanto si apprende, resta quello deciso a Parigi, ovvero contenere il riscaldamento entro 1,5 gradi celsius. Il «sogno» è di arrivare a una sorta di 'pre-accordo', da portare in dote alla Cop26 di Glasgow.

Dal punto di vista sanitario, invece, la priorità è quella di dar vita a un sistema globale e multilaterale di risposta alle emergenze e alle pandemie. Per quanto riguarda il Covid, nella dichiarazione finale troverà posto un impegno forte ad aumentare la disponibilità dei vaccini, dopo l'assunzione di responsabilità di Stati, organizzazioni regionali e Big Pharma riguardo all'approvvigionamento di dosi ai Paesi meno sviluppati. Gli impegni assunti al Global Health Summit che si è tenuto a maggio nella capitale italiana non sono stati rispettati e saranno ribaditi. Ma oltre alla necessità delle dosi, uno dei nodi da affrontare e superare sarà però quello della distribuzione e della logistica: servono strutture, personale, catene del freddo, che in alcuni Paesi sono molto carenti.

Questa la partita di Draghi, che una prima sfida l'ha già vinta: riportare i leader a un Summit in presenza dopo due anni. E Roma (con lavoro alternato a eventi culturali, tra le Terme di Diocleziano e una passeggiata in centro) darà ampio spazio per tenere colloqui bilaterali. Se poi vincerà la sfida del successo del vertice si vedrà. E questo potrebbe avere anche un peso in vista della partita del Quirinale.

(con fonte Askanews)