Giorgia Meloni dopo lo «show» di Conte: L'Italia non merita tanto cinismo e pressapochismo
Il Presidente di Fratelli d'Italia: «Il 2 giugno daremo vita a una grande mobilitazione per dare voce agli italiani stufi della propaganda e che pretendono risposte concrete»

ROMA - «Nuova conferenza stampa fiume di Conte in prima serata per annunciare la Fase 2 della Fase 2. Il 18 maggio la quasi totalità delle attività produttive potrà ripartire, sarà sufficiente attenersi ai protocolli, pena multe salatissime e sanzioni. Peccato che molti di questi protocolli vengano resi noti ora, o siano addirittura un mistero, a meno di 36 ore dall'apertura. Intanto, non una parola sulle centinaia di migliaia di persone che ancora aspettano la cassa integrazione o il bonus per gli autonomi, o sulle imprese in attesa di una liquidità che non è mai arrivata». È quanto scrive su Facebook il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.
«L'Italia non merita tanto cinismo e pressappochismo, e per questo il 2 giugno daremo vita a una grande mobilitazione, nel rispetto delle norme di sicurezza, per dare voce agli italiani stufi della propaganda e che pretendono risposte concrete. (P.S. Ha detto Conte che abbiamo il diritto di manifestare. Per dirla con Fantozzi: 'Come è umano lei')».
«Protocolli siano anti Covid, non anti imprese»
«Sulla Fase 2 penso che non si debba in nessun modo discriminare interi settori e sono contenta che da questo punto di vista pare che siamo ascoltati. Sia chiaro però che i protocolli servono per aiutare la gente a lavorare, non per aiutarla a chiudere. Noi dobbiamo fare i protocolli per l'impresa anti Covid e non i protocolli anti imprese per il Covid».
«Governo rilancia poltrone, regalie e burocrazia»
«Il decreto del governo rilancia le regalie, la burocrazia, i vincoli, le poltrone. In questo decreto scoveremo articolo per articolo ogni tentativo che questo Esecutivo ha messo in campo di rafforzare il proprio potere e moltiplicare le poltrone. L'Italia ha bisogno di altro: ha bisogno di miliardi per le imprese, ha bisogno che le risposte arrivino immediatamente, ha bisogno di aiutare le imprese a non chiudere perché se chiuderanno non ci saranno più posti di lavoro e non avremo 55 miliardi da spendere ogni mese per aiutare i lavoratori».