24 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Governo

La previsione di Carlo Calenda: «Governo durerà poco, Renzi lo bombarderà»

L'ex Ministro: «Comprimerà Zingaretti tra lui e il M5s». Luca Lotti: «Resto nel Pd, casa riformisti non può che essere che qui»

Carlo Calenda, europarlamentare di Siamo Europei
Carlo Calenda, europarlamentare di Siamo Europei Foto: ANSA

ROMA - «Secondo me il governo durerà poco, perché Renzi lo bombarderà e comprimerà il povero Zingaretti tra lui e i Cinque Stelle». Così Carlo Calenda (Siamo Europei) ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7. «E' stato rapido ma non mi ha bruciato il progetto. Io non ho parlamentari, io mi rivolgo ad amministratori locali e alla società civile».

Lotti: «Resto nel Pd, casa riformisti è qui»

«In Italia, in questo momento storico per me la casa dei riformisti non può essere che il Pd» che rappresenta «l'unica forza davvero democraticamente contendibile», in cui fin dalla sua nascita «si confrontano idee diverse ma sempre compatibili» nella direzione di un progetto comune e quindi «alla fine di una complessa settimana per la politica italiana e dopo la formazione dei nuovi gruppi parlamentari di Italia Viva, credo sia giusto e doveroso per me spiegare le ragioni della mia convinta scelta di rimanere nel Partito democratico». E' quanto scrive Luca Lotti, renziano ed ex ministro dello Sport, in una lettera a Il Foglio.

«La sfida è tra populismo e riformismo»

Il Pd «non è mai stato un partito personale» ma «se l'uscita di Renzi è stato un regolamento di conti per rispondere all'improvvido fuoco amico che fece fallire la riforma costituzionale, allora è stata una risposta tardiva, ma non spetta a me fare queste valutazioni», osserva. «Siamo di fronte al conflitto finale già in atto tra i fautori del ritorno a una società chiusa (il nazionalismo esasperato e il sovranismo) e chi invece immagina il futuro prossimo come una società aperta e inclusiva», osserva Lotti, e pertanto oggi la sfida «si gioca tra il populismo e il riformismo, nella consapevolezza che la parte più difficile tocca a chi ritiene che le giuste istanze popolari cui la politica deve dare risposte debbano necessariamente fare i conti col principio di realtà».