8 maggio 2024
Aggiornato 22:30
Centrosinistra

Matteo Renzi motiva la sua scelta: «Nel PD contano le correnti, non le idee»

Il leader di Italia Viva: «Per anni si è litigato ogni giorno su tutto: sono poco credibili gli appelli all'unità da chi si è specializzato nel fuoco amico»

Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi
Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi Foto: ANSA

ROMA - Matteo Renzi lascia il Pd perché «nel partito contano le correnti e non le idee» e non sono «credibili gli appelli all'unità da chi si è specializzato nel fuoco amico». Il leader di 'Italia viva' lo dice nella sua enews. «'Italia viva' è la casa che ci siamo dati per fare politica. Dopo anni di litigi e divisioni, di fuoco amico e attacchi, ho deciso di lasciare il Pd». Aggiunge Renzi: «Risparmiamoci l'ipocrisia quando per anni si è litigato ogni giorno su tutto: sono poco credibili gli appelli all'unità da chi si è specializzato nel fuoco amico. È andata così, salutiamoci e rispettiamoci».

La libertà vale più della comodità

«La mia, la nostra scelta è difficile sia per gli aspetti umani che per quelli politici. Sotto il profilo umano faccio una scelta controcorrente e rinuncio a una posizione di rendita. Potevo starmene al calduccio del partitone e delle sue correntine. Ma per me la libertà vale più delle comodità. Riparto da zero, zaino in spalla, scelgo la strada più difficile perché penso che sia giusto». Renzi sottolinea: «Non puoi evocare l'unità se nel partito contano le correnti e non le idee. I ragazzi che vogliono fare politica devono sapere che si va avanti non perché si sta con qualcuno, ma perché si hanno delle idee. Vale ciò che pensi, non con chi stai. Conta il merito, non la corrente. E il coraggio non si insegna: si mostra. Per questo partiamo, senza garanzie, senza rete. Ma soprattutto senza paura».

Si vince avendo le idee chiare

«Sotto il profilo politico - aggiunge - credo che si vinca avendo delle idee chiare, non vivacchiando sugli equivoci. Noi non possiamo vergognarci di quello che abbiamo fatto quando eravamo al Governo: dai diritti civili a quelli sociali, dal Jobs Act al taglio delle tasse, dalle riforme alla lotta all'evasione fiscale. E non vogliamo tornare indietro. Vogliamo una società più giusta ma per questo dobbiamo dare opportunità ai ragazzi, non sussidi. Esortarli a rischiare, non tenerli al riparo». Conclude Renzi: «Investire sull'intelligenza artificiale, sulla medicina personalizzata, sull'aerospazio, sui nuovi lavori. Ma tener vivi gli antichi valori, il senso del dovere e non solo dei diritti, la solidarietà e il volontariato. Noi vogliamo occupare lo spazio meno occupato della politica italiana, che non è lo spazio del 'centro', ma lo spazio del futuro».

Non partecipo a tavoli di Governo

Matteo Renzi non intende partecipare ai tavoli di maggioranza, l'ex premier lo spiega nella sua enews, replicando a quelle che considera «fakenews». Afferma Renzi: dicono che «vogliono staccare la spina al Governo Conte Bis! Falso! Noi abbiamo attaccato la spina al Governo per evitare le follie di Salvini. Attaccata, non staccata come voleva chi sognava le elezioni. Per noi la legislatura finisce nel 2023: viva la stabilità!». Inoltre, dicono «lo fanno per le poltrone. Falso! Avessimo avuto questa idea, lo avremmo fatto prima dell'assegnazione degli incarichi. E soprattutto a noi interessano le idee, non gli sgabelli. Infine, altra versione: «Renzi vuole sedersi al tavolo. Falso! Io non parteciperò a nessun tavolo perché non avrò alcun ruolo formale. Si può fare politica anche senza reclamare posti al tavolo. O a tavola. Basta avere idee».