20 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Lega

Borghi: «L'euro è la valuta sbagliata per l'Italia»

L'euro, secondo il consigliere economico della Lega, ostacola la crescita dell'Italia e ci priva «della libertà di decidere della nostra politica fiscale»

Il Presidente della commissione Bilancio della Camera, il leghista Claudio Borghi
Il Presidente della commissione Bilancio della Camera, il leghista Claudio Borghi Foto: ANSA

ROMA - «Sono convinto che l'uscita dall'euro farebbe bene al nostro paese»: così il consigliere economico di Matteo Salvini e presidente della commissione Bilancio della Camera, il leghista Claudio Borghi, in un'intervista al magazine tedesco Capital intitolata «L'euro è la valuta sbagliata per l'Italia». La valuta comune ha ostacolato la crescita in Italia, rappresenta ancora oggi uno svantaggio per la concorrenza e sottrae al paese «la libertà di decidere sulla nostra politica finanziaria», ha affermato Borghi, come si legge sul sito di Capital. L'esponente leghista ha dichiarato inoltre «che realizzerebbe l'uscita (dall'euro), se avessi una legittimazione democratica, almeno con una vittoria elettorale con oltre il 50% o se fossi costretto da motivi di sicurezza nazionale».

Borghi: «Basta strumentalizzare mie interviste»

«Riprovano con il solito giochetto: si prende una mia intervista di un mese fa dove dico che l'euro non mi piace (sai che novità), ma che non uscirei mai dall'euro senza pieno mandato democratico a farlo. Ovviamente si omette il 'ma' e si fa il titolo ad effetto. Che noia». Lo precisa con un tweet Claudio Borghi presidente della Commissione Bilancio della Camera, giudicando errate le interpretazioni della sua intervista al magazine tedesco Capital.

Fiano: «Più Borghi parla, più il voto si allontana»

«#Borghi presidente leghista della Commissione #Bilancio della #Camera dice che 'uscire dall'Euro farebbe bene all'#Italia'. Più parlate, più si allontanano le #elezioni, perché pensare di far tornare il Paese nelle vostre mani è un pericolo troppo grande per non tentarle tutte». Lo scrive Emanuele Fiano del Pd.