18 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Crisi di Governo

Prodi: «Nel patto Orsola (e non Ursula) ci sono temi non cari alla Destra»

La precisazione del ufficio stampa del Presidente Romano Prodi: «C'è una seria lotta all'evasione, lotta alle disuguaglianze e difesa del welfare»

Romano Prodi, ex Presidente del Consiglio
Romano Prodi, ex Presidente del Consiglio Foto: ANSA

ROMA - Nel patto «Orsola» proposto per l'Italia da Romano Prodi ci sono «temi che non risulta siano stati finora cari alla destra». Lo precisa l'ufficio stampa dell'ex presidente del Consiglio, in una nota. «Sta circolando, diffusa anche da importanti quotidiani nazionali, l'opinione - è la premessa - secondo cui 'Orsola', versione italiana del patto che è all'origine dell'elezione dell'attuale presidente della Commissione europea, proposto domenica scorsa da Romano Prodi, preveda anche l'adesione della destra. Con il solo obiettivo di portare un elemento di chiarezza, in un momento così complesso, l'Ufficio stampa del Presidente Prodi precisa che la proposta del Presidente ha, come nel caso dell'accordo europeo, certamente l'obiettivo del reinserimento del Paese come membro attivo dell'Unione europea».

«Orsola e non Ursula»

Ma, trattandosi in questo caso di un patto per il governo italiano, nondimeno prevede «la riorganizzazione degli strumenti necessari per la ripresa economica e la messa in atto di una politica socialmente avanzata. Si tratta quindi, per il secondo punto, di riprendere - spiega - una seria lotta all'evasione fiscale, di attivare politiche capaci di contrastare le disuguaglianze a partire dalla ridistribuzione del redditi, di rimettere al centro la difesa del welfare con particolare attenzione all'indebolimento dei diritti nel campo della Sanità e dell'Istruzione pubblica, come precisato nell'editoriale del Messaggero. Anche per questo il patto si chiama Orsola e non Ursula».

Rosato: «75mila firme a sostegno della mozione contro Salvini»

«Sono arrivate a 75 mila le firme per sostenere la mozione di sfiducia a Salvini. La raccolta, lanciata da Matteo Renzi tramite i Comitati di azione civile, ha mobilitato migliaia di cittadini per chiedere che il Ministro dell'odio, dei 49 milioni di euro sottratti allo Stato e dei traffici illeciti con la Russia di Putin, lasci la poltrona». Lo dichiara il coordinatore nazionale dei Comitati Civici Ettore Rosato. «Le firme - spiega - verranno consegnate al Senato dove si discute della mozione di sfiducia che Salvini ha fatto al suo governo. Le firme non sono solo un gesto simbolico ma anche un atto concreto di tutti coloro che non vogliono tacere e hanno a cuore le sorti del paese».