29 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Centrosinistra | Primarie PD

Martina prova a scuotere il PD: «Dobbiamo uscire dall'ossessione renziani contro anti-renziani»

Così il candidato alla segreteria del Partito democratico, Maurizio Martina, in una intervista a Repubblica: «Sono convinto che il segretario debba fare solo il segretario»

Maurizio Martina e Matteo Renzi
Maurizio Martina e Matteo Renzi Foto: ANSA

ROMA - «La proposta che sto mettendo in campo è forte. Il nostro progetto può riconciliare il partito, senza nostalgie né rancori. Serve un riformismo radicale, riprendendo in mano le battaglie di equità e giustizia, coniugando unità e pluralità nel Pd». Così il candidato alla segreteria del Partito democratico, Maurizio Martina, in una intervista a Repubblica.

Uscire dall'ossessione renziani contro anti-renziani

«Sono convinto - prosegue Martina - che il segretario debba fare solo il segretario. La nostra proposta è la più forte per riconciliare il partito e rilanciare la sfida riformista. Siamo tornati in alcuni luoghi che hanno detto molto della rottura che c'è stata tra noi e il Paese, cercando di ricostruendo rapporti interrotti. Si tratta di andare avanti». «Dobbiamo uscire dall'ossessione renziani contro anti-renziani - aggiunge Martina -. Io penso che si debba tenere insieme orgoglio e inquietudine per la nostra esperienza di governo. Altri rinnegano o santificano tutto».

Una nuova Europa sociale

Quanto al progetto di un fronte unico della per le europee lanciato da Calenda, Martina sottolinea: «Il manifesto di Calenda offre una prospettiva interessante e utile per tutti. Non si tratta di costruire fronti anti ma di lavorare ad un progetto aperto per una nuova Europa sociale».

Morassut: Lista unitaria è indispensabile

«Una lista 'aperta' alle elezioni europee, che includa diverse esperienze e personalità del centrosinistra anche non solo del Pd, è imposta oggettivamente dalle cose. È un'iniziativa indispensabile ma non deve restare un episodio elettorale che risolve il problema di offrire un luogo di rappresentanza ad un ceto politico sparso e che attualmente non ha un partito di riferimento. Deve essere invece il primo passo di una rifondazione complessiva del soggetto politico 'democratico'. All'apertura verso gruppi dirigenti plurali del centro sinistra deve seguire un'apertura alle forze 'democratiche' che operano attivamente nella società e che non si riconoscono nello schema attuale del Pd; forze presenti nel vasto tessuto civico e associativo reale che conta milioni di cittadini». Così in una nota il parlamentare e membro della Direzione Nazionale del Pd, Roberto Morassut.