19 marzo 2024
Aggiornato 07:00
Primarie PD

Matteo Renzi prova a rassicurare Zingaretti: «Nessuna guerriglia da parte mia»

L'ex presidente del Consiglio: «Una vittoria bella e netta con splendidi segnali di una comunità viva». Calenda: «Costruiamo lista unitaria europeista». Franceschini: «Da Milano alle primarie è nata la riscossa»

Matteo Renzi
Matteo Renzi Foto: ANSA

ROMA - «Il milione e mezzo ai seggi, il lungo fiume di persone di sabato a Milano, i pienoni alle presentazioni del libro», sono per Matteo Renzi «splendidi segnali di una comunità viva e di una stagione politica, quella del M5S, che volge al termine». In un colloquio col «Messaggero», l'ex presidente del Consiglio, spiega che si tratta di «una vittoria bella e netta». Successo scontato quello di Zingaretti, «quasi uguale al mio», e dovuto al «fatto che la gente non ne può più».

Nessuna guerriglia da parte mia

«Ora abbiamo un segretario forte» al quale l'ex premier rinnova l'impegno scritto nel suo ultimo libro: «Chiunque vincerà avrà il nostro sostegno». Quindi, «nessuna guerriglia da parte mia» - come quella che è convinto di aver subito sin dal primo giorno - perchè con le primarie di ieri si cambia pagina. La strategia dei popcorn, che tante critiche gli valse, sembra dare i suoi frutti anche prima del previsto perché il M5S è «in forte crisi» e «il governo sovranista in pieno marasma».

Calenda: Costruiamo lista unitaria europeista

«E che iniziamo così? Ennesima scissione? Proviamo invece a costruire una grande lista unitaria europeista. Dai stiamo insieme e uniti intorno a idee forti. Senza fare fritti misti e tenendo a distanza chi vuole allearsi con Lega e 5S. Proviamoci. Uniti si vince». Lo scrive su Twitter Carlo Calenda, Pd, replicando a una follower che gli chiede di trasformare «Siamo Europei» in un partito.

Franceschini: da Milano alle primarie è nata la riscossa

«Solo un mese fa nessuno avrebbe scommesso su questa partecipazione di popolo: adesso da Nicola Zingaretti comincia un percorso nuovo, di cambiamento e unità, di opposizione a una destra reazionaria e sbruffona». Lo dice Dario Franceschini (Pd) in un'intervista a Repubblica.

Forte domanda di discontinuità

«Dagli elettori - aggiunge - ci giunge una forte domanda di discontinuità. Col referendum costituzionale del 2016 e le elezioni politiche in tanti ci hanno voltato le spalle chiedendoci cambiamento. Ecco, Zingaretti risponde a quella domanda, ma con una vocazione civile, mai rissosa. La seconda domanda che ci viene rivolta è di unità. Io penso - prosegue - che adesso sia il momento di guardare avanti e non più indietro. Il Pd, e questo lo dicono tutti e anche Renzi, ha assunto un impegno in tal senso di fronte ai propri elettori».