19 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Immigrazione

Migranti, De Magistris telefona a Mattarella. Boccia (Pd): Salvini ubriaco di se stesso

Il sindaco di Napoli chiama il capo dello Stato. Mentre il Partito Democratica attacca e Giorgia Meloni rilancia il blocco navale

Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris con il presidente della Camera Roberto Fico
Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris con il presidente della Camera Roberto Fico Foto: Ciro Fusco ANSA

ROMA - «Sul caso Sea Watch abbiamo messo in campo un lavoro politico fortissimo e ieri ho anche chiamato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per informarlo della straordinaria mobilitazione dei napoletani». A dirlo il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, intervenendo all'appuntamento settimanale su Televomero. Ieri - ha ricostruito - ha invitato il vicesindaco Enrico Panini a Malta per un dialogo con l'amministrazione di La Valletta con l'arcivescovo maltese. E ha chiamato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a cui ha esposto «quello che la città di Napoli sta facendo e la straordinaria mobilitazione dei napoletani».

Napoli modello di accoglienza

De Magistris ha spiegato al capo dello Stato, «che rappresenta il Paese ed è il garante degli equilibri costituzionali», che il Comune di Napoli insieme a tante altre realtà territoriali, istituzionali e associative era in grado di ospitare da subito le persone in pericolo di vita. «Abbiamo messo in campo un'azione che ci fa sentire orgogliosi di appartenere a quella parte del genere umano che non si volta dall'altra parte. Poi che Napoli sia stata determinante per la riuscita nelle operazioni di salvataggio, direi che rende la città ormai un punto di riferimento saldo, un luogo in cui coniugare diritto, giustizia, buona politica, amministrazione e umanità», ha concluso.

Boccia (Pd): «Salvini non ha risolto niente»

Contro la «gestione Salvini» interviene anche Francesco Boccia, deputato PD e candidato alla segreteria del Partito Democratico, in diretta a Coffee break, su La7: «La gestione da parte del Viminale della vicenda Sea Watch 3 non ha nulla di umano. Salvini, con il suo passare sopra tutto e tutti solo per propaganda, ha fatto rimanere in mare per settimane uomini, donne e bambini per poi cedere sull'unica decisione di buon senso che si doveva prendere: accogliere persone in difficoltà. Siamo all'ubriacatura di se stessi, un narcisismo e un'arroganza politica che dovrebbe far riflettere». Boccia attacca Salvini che «ha fatto tanti proclami, video quotidiani sui social e tanta propaganda» ma, a detta sua, non sarebbe riuscito ancora a risolvere alcun problema. «Non è riuscito a fare alcun accordo con i Paesi d'origine dei migranti che sbarcano in Italia; i suoi amici sovranisti, i Paesi Visegrad, sono i suoi primi avversari sull'immigrazione, ci hanno bastonato in anticipo sulla possibile procedura d'infrazione per eccesso di debito. Salvini in sei mesi non ha risolto nulla e i nodi della propaganda permanente stanno venendo al pettine» conclude Boccia.

Meloni: «Blocco navale subito»

Sulla vicenda della Sea Watch è intervenuta anche Giorgia Meloni, che «una volta tanto» si dice «non d'accordo» con Matteo Salvini in tema di immigrazione. «Non si può dire che purché non paghino i cittadini è possibile accogliere ancora» attacca la leader di Fdi: intanto perché le spese sanitarie, di trasporto, per i servizi sociali di chi entra sono sempre e comunque a carico degli italiani, spiega, in secondo luogo perché l'immigrazione incontrollata comporta anche rischi legati alla sicurezza e alla tutela della nostra identità, «e non si può derubricare a mera questione economica». La posizione assunta nel vertice di ieri con Conte rischia di rappresentare un «cambio drammatico» di posizione da parte del governo, denuncia. «Speriamo non sia così, altrimenti secondo noi non avrebbe senso per la Lega continuare a tenere in piedi questi governo. Fdi continua a ritenere che l'unica soluzione possibile sia il blocco navale al largo delle coste libiche. Speriamo che Salvini, su questo, voglia dare retta a noi e non ai grillini», conclude Meloni.