2 maggio 2024
Aggiornato 14:30
L'intervista

Crucioli: «Altro che governo dei migliori, Draghi farà solo l'interesse delle banche»

Il senatore Mattia Crucioli, espulso dal Movimento 5 stelle per non aver votato la fiducia al governo Draghi, presenta al DiariodelWeb.it il nuovo gruppo «L'alternativa c'è»

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi Foto: ANSA

È «L'alternativa c'è» l'eloquente nome scelto per identificare la nuova componente del gruppo Misto in cui hanno trovato la collocazione i parlamentari ex grillini, recentemente espulsi per il loro voto contrario alla fiducia al governo Draghi. Un'alternativa alla maggioranza, che raggruppa buona parte dell'arco costituzionale, ma anche al Movimento 5 stelle da cui questi deputati e senatori arrivano, e che sembra ormai piombato in una definitiva crisi d'ideali prima ancora che di rappresentanza. Nel giorno in cui è stato presentato il primo manifesto del gruppo, con una conferenza stampa alla Camera, il DiariodelWeb.it ha ascoltato Mattia Crucioli, uno dei senatori che fanno parte di questo nuovo progetto.

Senatore Mattia Crucioli, il governo Draghi era stato descritto come il «governo dei migliori». Ora che la formazione è completa, le pare che questa definizione abbia ancora un senso?
Altro che migliori. Hanno ragione Travaglio, quando li paragona ai personaggi del bar di Guerre Stellari, e Crozza, quando dice che su di loro potrebbe fare satira per giorni interi. La realtà è che Draghi ha piazzato pochi uomini nei posti chiave, quelli che gestiranno i soldi del Recovery Plan e i temi economici, e ha lasciato che i partiti si spartissero il resto. Ciò significa che, dove la politica dovrebbe garantire l'interesse dei cittadini rispetto a quello della finanza e delle grandi imprese, non toccherà palla. Mentre, dove sarebbe meglio restasse fuori, sarà libera di fare sfracelli: basti vedere i ruoli chiave in settori come editoria, frequenze tv e giustizia attribuiti, in pieno conflitto di interessi, a Forza Italia.

Dove teme che ci possa condurre un esecutivo del genere in un periodo di sanguinosa crisi economica e sanitaria?
Ripeto, la spartizione mi pare chiara: sui soldi e su chi ne beneficerà, deciderà Draghi con i suoi «tecnici», con conseguente concentrazione degli aiuti alle banche e alle grandi imprese del Nord, interconnesse con le filiere europee.

Il Movimento 5 stelle, accettando di entrare in maggioranza, si è reso di fatto complice di questa spartizione?
Pur perseguendo l'obiettivo di smussare gli errori peggiori di questo governo, il Movimento si troverà sempre più coinvolto nella logica spartitoria e non avrà la forza né di correggerlo né di denunciarne gli aspetti deteriori. Basti vedere i nomi dei sottosegretari che ha accettato pur di avere anche i propri fedelissimi, o ciò che ha lasciato passare già nel primo provvedimento approvato: nel Milleproroghe c'erano cose imbarazzanti, battaglie storiche buttate alle ortiche, come il rinvio del taglio ai contributi all'editoria, il rifinanziamento a Radio Radicale in assenza di qualsiasi gara pubblica o il rinvio di soli pochi mesi della moratoria sulle trivelle. Una volta che sei in maggioranza, perdi la libertà di denunciare le porcate che devi accettare e fai buon viso a cattivo gioco: per questo noi de L'alternativa c'è abbiamo scelto di tenerci fuori e di dire la verità ai cittadini.

Ha fatto molto discutere l'intervista di Luigi Di Maio in cui definiva il M5S «liberale» e «moderato». È la negazione definitiva ed esplicita del dna originale del Movimento?
Direi di si. Ed è incompatibile con l'idea di politica che mi aveva convinto a candidarmi.

Si tratta di una forza politica ormai senza speranza o l'arrivo di Giuseppe Conte a nuovo leader potrebbe risollevarla?
Se l'operazione fosse confermata e dovesse andare in porto, l'arrivo di Conte potrebbe comunque essere valido e utile per il Paese. Il M5s diventerebbe una forza moderata, blandamente riformista, in ogni caso migliore degli altri aspiranti centristi, come Italia Viva, Forza Italia o la Lega «giorgettizzata». Tuttavia non è questa l'idea di politica, di avventura e di cambiamento radicale che aveva spinto tanti italiani, me compreso, a compiere quel salto nel buio verso il Movimento 5 stelle, che si proponeva come decisamente rivoluzionario. Tanti auguri a Conte e al nuovo M5s, ma non è questa la mia strada. C'è un'alternativa e voglio provare a percorrerla.

Quanto a lei, ha annunciato di aver ricevuto la notifica dell'espulsione. Quali saranno i prossimi passaggi di questo procedimento e come pensa di reagire?
Non credo che promuoverò azioni legali contro l'espulsione. Non perché si tratti di un atto legittimo: al contrario, di illegittimità ce ne sono parecchie, ma perché credo che la questione sia eminentemente politica. Non è che vincendo un ricorso e tornando in seno al Movimento si risolverebbe. Bisogna prendere atto del cambio di rotta del M5s. Per poter pensare a tornare insieme, servirebbe una svolta decisa e radicale, un'autocritica da parte dei vertici e l'azzeramento di questa classe politica, che ha portato fuori strada idee ottime. Penso che non mi opporrò in sede legale, ma proseguirò a rappresentare in parlamento i cittadini che nel 2018 volevano un cambio radicale.

Con il nuovo gruppo de L'alternativa c'è, quale collocazione politica intendete assumere, non solo rispetto al governo Draghi ma anche a lungo termine?
Una collocazione trasversale. Continuiamo a pensare che i canoni di destra e sinistra non siano più rappresentativi, in un quadro in cui diventa invece assolutamente rilevante la collocazione dal punto di vista economico: il liberismo da un lato e l'intervento dello Stato nell'economia dall'altro. La posizione europea è assolutamente liberista, improntata agli interessi della grande finanza e dei più ricchi. Conte prima e Draghi adesso sono fideisticamente europeisti, noi siamo piuttosto euroscettici. Finora l'Europa, che è un'ottima idea, non è stata utilizzata per fare il bene dei popoli. Questo è lo scenario che noi vogliamo contrastare.

E con chi intendete allearvi a questo fine?
Ci rivolgeremo a tutte quelle realtà, della politica ma anche della società civile, che si pongono all'opposizione di questa visione sociale ed economica rappresentata dal governo Draghi. Senza preclusioni. Faccio un esempio: a sinistra c'è Fratoianni, a destra Paragone, ma entrambi hanno visioni simili alla nostra. Cercheremo di dar vita ad una sorta di comitato di saggi dell'opposizione, per mettere insieme il meglio che questo mondo può dare all'Italia. Questo è il ruolo che ci assumiamo e al quale lavoreremo.