26 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Formula 1

Un Mondiale aperto: perché i prossimi GP favoriranno la Ferrari

Hamilton ha ventotto punti di vantaggio in classifica, ma non ha ancora vinto. A parte Sepang e Austin, e la più incerta Suzuka, infatti, le ultime tre piste dove si deciderà questa volata (Messico, Brasile e Abu Dhabi) giocheranno a favore delle caratteristiche tecniche della SF70H. Basta non sbagliare

Sebastian Vettel entra nell'abitacolo della sua Ferrari
Sebastian Vettel entra nell'abitacolo della sua Ferrari Foto: Ferrari

SEPANG – Fare un passo (per quanto grande) verso l'obiettivo non significa averlo già raggiunto. Mettere una seria ipoteca sul Mondiale non significa averne già la matematica certezza. Per questo, anche se se ventotto punti di vantaggio in una stagione finora decisa da margini risicatissimi possono sembrare un cuscinetto di tranquillità, Lewis Hamilton è ancora ben distante dal poter cantare vittoria, e la prima a saperlo è proprio la Mercedes. Certo, a questo punto il pallino del gioco passa tutto nelle mani della Ferrari, chiamata ad un pronto riscatto dal pasticciaccio brutto di Singapore, a cancellare dalla mente la rabbia e la frustrazione di due settimane fa con una prestazione risoluta e soprattutto priva di errori.

Il motore...
Le carte ancora da calare nel mazzo rosso, infatti, non sono poche. E, ironia della sorte, riguardano proprio il motore, che finora è stato il principale punto di forza della corazzata rivale tedesca. Proprio questo weekend in Malesia, infatti, è atteso il debutto ufficiale della quarta e ultima evoluzione del propulsore di Maranello. Più potente, ma soprattutto (si spera) più affidabile: e proprio la tenuta sulla distanza rischia di essere uno degli elementi cruciali in questa lunga volata iridata. Come sa bene proprio Hamilton, che esattamente dodici mesi fa, a Sepang, venne messo fuori gara dall'esplosione della sua power unit. E si giocò il titolo.

...e l'aerodinamica
Ma ancora più importante nell'economia del rush finale sarà l'adattamento delle singole vetture alle ultime sei piste in calendario. Si è capito ormai da tempo, infatti, che la storia di questo campionato sarà decisa tutta dalle caratteristiche tecniche delle due macchine rivali: da un lato la Mercedes, con la sua brillante efficienza aerodinamica e la maggior potenza, che le permettono di eccellere sui circuiti pieni di rettilinei e di curve veloci (vedi Monza e Silverstone); dall'altra la Ferrari, a passo corto, quindi più agile, e capace di sviluppare più carico, favorita sui tracciati più lenti e tortuosi (Monaco, Ungheria e, partenza esclusa, Singapore). Che cosa dobbiamo aspettarci, sotto questo fronte, dai prossimi Gran Premi?

Di pista in pista
Il primo, quello malese, vanta due lunghi rettilinei e alcune curve veloci, quindi dovrebbe agevolare, almeno sulla carta, le Frecce d'argento. Quello successivo, in Giappone, si prospetta invece molto più equilibrato, per via dei vari settori del circuito che hanno natura molto diversa tra di loro e quindi potrebbero giocare a favore prima dell'una e poi dell'altra auto. Austin sarà di nuovo una pista colorata d'argento, ma subito dopo arrivano una serie di gare in cui la Ferrari potrà sorridere. A partire dal Messico, che ha sì un lunghissimo dritto, ma per via dell'altitudine della pista, quindi dell'aria più rarefatta, permette ai team di fregarsene della resistenza all'avanzamento e di puntare tutto sul carico aerodinamico: una delle armi in più della SF70H. Lo stesso vale per la semifinale in Brasile, con la sua sezione interna stretta e tortuosa, e per la finale di Abu Dhabi, con le sue tante curve a novanta gradi. E infine c'è il fattore umano, mai da sottovalutare quando la lotta si fa così serrata: e le prossime due corse, in particolare, sono tra le preferite di Sebastian Vettel. A Sepang, dove si corre domenica, ha vinto più di ogni altro pilota in attività, e due anni orsono conquistò il suo primo successo con la Ferrari. Se la storia si ripetesse...